
Spetterà ora all'Azienda sanitaria il compito di dare applicazione al Percorso diagnostico terapeutico assistenziale e di elaborare, entro 3 mesi dall'adozione del provvedimento, una specifica informativa per le persone malate di demenza e i loro familiari, coinvolgendo le associazioni di Alzheimer. A un anno dalla sua applicazione, Apss trasmetterà una relazione che verrà discussa al Tavolo di monitoraggio del Piano provinciale demenze.
Proprio nei giorni scorsi l'Azienda sanitaria ha istituito la rete clinica per i disturbi cognitivi e le demenze, una nuova modalità organizzativa che va nella direzione di una collaborazione trasversale tra professionisti di aree e strutture territoriali e ospedaliere diverse, oltre a puntare a migliorare la qualità delle cure e l’uniformità di accesso e di trattamento in tutto il territorio provinciale. La rete prende le mosse dal percorso iniziato nel 2015 con l’approvazione, da parte della Giunta provinciale, del Piano per le demenze che ha definito le linee strategiche, le azioni prioritarie e le risorse da dedicare a questo tema così rilevante per molte persone.
Si stima infatti che in provincia di Trento siano più di 6 mila le persone affette da demenza, con una prospettiva di incremento numerico nei prossimi anni. Nel primo semestre di quest’anno nei Centri per i disturbi cognitivi e per le demenze dell’Apss, che rappresentano le funzioni specialistiche di primo livello per la diagnosi e la cura, sono state prenotate 537 prime visite e 715 visite di controllo; 112 sono stati i pazienti presi in carico dal Servizio di assistenza domiciliare per le persone con demenza, specializzato nella presa in carico di pazienti in fase avanzata di malattia e con gravi disturbi comportamentali ai quali si vanno ad aggiungere circa un migliaio di pazienti seguiti con altre modalità assistenziali a domicilio o in regime residenziale. La demenza, proprio per le caratteristiche della malattia, per la progressiva perdita di autonomia che essa comporta, per la crescente disabilità, talvolta accompagnata da importanti disturbi comportamentali, che rendono particolarmente gravoso il lavoro di cura della famiglia, richiede una gestione integrata della patologia riguardante tutta la rete dei professionisti, non solamente limitato al contesto sanitario ma soprattutto alla comunità nel suo complesso.