
Defp: cos'è e come si struttura
Il Documento di economia e finanza provinciale-Defp è uno strumento di programmazione economico-finanziaria introdotto nel 2015 - in attuazione della disciplina nazionale sull'armonizzazione dei sistemi contabili (lgs. 118 del 2011) - coerente con il Programma di legislatura e con il relativo Programma di sviluppo provinciale. Il documento, giunto alla sua seconda edizione, fotografa in maniera puntuale l'esistente ma indica anche gli adeguamenti imposti dal mutare del contesto generale, internazionale, nazionale, e provinciale. Il Defp 2017, approvato dalla Giunta, contiene le linee generali di politica economica per il triennio successivo, 2018-2020. La definizione delle azioni specifiche sarà contenuta nella nota di aggiornamento al Defp, che sarà approvata in autunno, contestualmente al varo della nuova manovra di Bilancio provinciale.
Il Defp si articola in tre parti:
- Analisi del contesto;
- Quadro finanziario;
- Obiettivi strategici.
Le principali novità dell'edizione 2017 riguardano una nuova articolazione dell'analisi, arricchita da quadri di sintesi e dall'allegato statistico (con la rappresentazione grafica dei principali indicatori) e il richiamo esplicito agli obiettivi del Psp. Il documento consente di visualizzare in maniera immediata i caratteri distintivi del Trentino rispetto agli scenari di riferimento, il resto dell'Italia e l'Unione europea.
Analisi del contesto socio-economico.
In questa parte vengono evidenziati gli indicatori che danno conto del posizionamento del territorio nel contesto nazionale ed europeo. Il dato più significativo è la conferma della collocazione del Trentino fra le Regioni più sviluppate in Europa. Per quanto riguarda il benessere economico, con un pil pro-capite di 35.500 euro, è fra le prime 50 regioni dell'Unione europea, ai livelli di Germania e Svezia, sopra la media del Nord-est italiano (33.200 euro) e dell'Italia (27.800 euro), e poco sotto la Lombardia (36.600 euro) oltre che dell'Alto Adige (42.400 euro). Pur soffrendo della crescita lenta dell’Italia, il Trentino conferma la ripresa avviatasi nel 2013, con un pil 2016 stimato pari a 19.106 milioni di euro e una crescita dello 0,8% circa rispetto all'anno precedente. Nel 2016 si stima inoltre che sia stata recuperata la contrazione subita dal Pil nella lunga fase recessiva iniziata nel 2008. Per il 2017 la crescita dovrebbe seguire quella dell'Italia, attorno all'1-1,2%, con un'accelerazione delle esportazioni e una crescita progressiva dei consumi.
Il Trentino è fra le Regioni di punta in Europa anche per quanto riguarda tutta una serie di indicatori che misurano la qualità della vita: occupazione, istruzione, rischio povertà, spesa per ricerca&sviluppo. Ad esempio: il tasso di occupazione (misurato sulla popolazione da 20 a 64 anni) è pari a 71,4%, sostanzialmente il linea con la media europea (71,1%) e superiore a quello italiano (61,6%). La disoccupazione è al 6,8% (Italia 11,7%, Europa 8,5%). La percentuale di popolazione a rischio povertà ed esclusione sociale, invece, è pari a 15,8%, molto al di sotto del tasso italiano (28,7%), di quello medio europeo (23,7%) e anche della Germania (20%).
Il sistema di welfare e la qualità della vita caratterizzano quindi in modo distintivo il Trentino. Nel 2016 fra il 70 e il 75% della popolazione si è detta molto o abbastanza soddisfatta riguardo alla propria situazione economica e anche all'impiego del tempo libero. Il Trentino si caratterizza inoltre per una più equa redistribuzione del reddito rispetto al resto del Paese. Infine, gli imprenditori in generale manifestano ottimismo riguardo al ciclo economico del prossimo futuro: da tre anni il fatturato cresce e nel 2016 si è registrato un + 1,6% (3,9% nel primo trimestre 2017), mentre nel 2015 il saldo fra imprese che aprono e imprese che chiudono è tornato ad essere positivo. Questa rinnovata fiducia si riflette su una ripresa degli investimenti, specie in automezzi, macchinari, attrezzature.
Quadro finanziario.
In questa sezione vengono analizzate le entrate e le spese pubbliche, sia spese correnti sia per investimenti. Emergono sul versante delle entrate gli effetti del Patto di garanzia del 2014, a seguito del quale le dotazioni finanziarie si sono riposizionate su un livello pari a circa i 7,5 decimi delle entrate (anziché 9 decimi come previsto dall'Accordo di Milano del 2009). Va ricordato peraltro che fra gli effetti del Patto di garanzia vi sono il venir meno del Patto di stabilità a decorrere dal 2018 e soprattutto l'impossibilità per lo Stato di modificare unilateralmente l’entità dei concorsi previsti se non nell’ambito dei margini di flessibilità già concordati (dal 2018 solo in presenza di eccezionali esigenze di finanza pubblica lo Stato potrà incrementare il contributo richiesto, nella misura massima del 10%, e per periodi di tempo limitati). Dunque il quadro finanziario che si prospetta per il futuro è anche quello di una maggiore stabilità e certezza, in particolare sul versante dei rapporto con lo Stato.
A livello di spesa corrente il Defp registra una complessiva stabilità rispetto alla precedente legislatura e questo grazie a un rigoroso controllo dell'evoluzione della spesa stessa, che senza interventi correttivi crescerebbe in maniera automatica: abbiamo una media di 3.145 miliardi nel periodo 2014-18, contro i 3.140 miliardi del periodo 2009-2013. Grazie a questo stretto controllo della spesa corrente, anche a fronte della riduzione delle risorse disponibili, la Provincia potrà essere in grado di impiegare risorse alla voce investimenti nel 2020 per circa 402 milioni all'anno.
Per quanto riguarda gli scenari futuri, al fine di mantenere adeguati flussi di risorse per gli investimenti, è indispensabile mettere in atto precise politiche che riducano la rigidità della spesa, contengano la spesa corrente, selezionino le priorità di intervento e di investimento, favoriscano il reperimento delle fonti d’entrata, con grande attenzione agli effetti prodotti dalle politiche fiscali e agevolative. Cambiamenti verranno prodotti anche dall’istituzione dell’assegno unico, strumento che mira al superamento della frammentazione che caratterizza oggi l'ampio ventaglio delle politiche sociali. Fondamentali saranno infine le azioni per la valorizzazione del patrimonio pubblico, già in corso di realizzazione, l'attivazione di interventi di parternariato e il coinvolgimento del risparmio privato.
Obiettivi strategici.
La terza parte richiama gli obiettivi strategici della legislatura articolati secondi le sei aree definite dal Programma di sviluppo provinciale approvato nel 2014: capitale umano, lavoro, economia, società, identità territoriale e ambientale, autonomia e istituzioni.
Per ciascun obiettivo strategico vengono richiamate le finalità, il contesto di riferimento aggiornato con gli ultimi dati, le strutture coinvolte nel raggiungimento dell’obiettivo e le politiche da adottare per il 2018. Per alcune politiche si tratta di una conferma nella loro attuazione, per altre si pensa ad un rafforzamento/potenziamento in determinate direzioni che sono risultate più vulnerabili e che presentano dei possibili margini di miglioramento.
Si pensi nell’area del capitale umano agli interventi per il sostegno al passaggio all’istruzione universitaria (orientamento e piano di accumulo), alla conferma dell’attuazione del Trilinguismo, al rafforzamento della formazione continua anche in età adulta, alla valorizzazione del sistema territoriale della ricerca e dell’innovazione con un maggior ancoraggio alle principali iniziative a livello nazionale e internazionale e al progetto “scuola-lavoro”.
Nell’area lavoro si propone la valorizzazione del Fondo di solidarietà territoriale intercategoriale e si confermano le politiche di welfare attivo in particolare per i soggetti deboli; la continuazione del progetto Garanzia Giovani con l’utilizzo delle nuove risorse assegnate al Trentino. Molti collegamenti con il lavoro si trovano nelle politiche proposte a favore dell’economia: sostegno alla ricerca industriale e alla nuova imprenditorialità, politiche di destagionalizzazione del turismo e diffusione del marchio qualità trentino, strumenti per la gestione del rischio in agricoltura e per la gestione dell’acqua ad uso irriguo.
Nell’area società rilievo assume l’attuazione dell’assegno unico provinciale, il consolidamento del fondo sanitario integrativo, il rafforzamento dei servizi di conciliazione 0 – 3 anni, la definizione del nuovo assetto del servizio ospedaliero provinciale, la riorganizzazione delle funzioni delle apss, il nuovo welfare per le persone anziane. Sul fronte della cultura proseguiranno le azioni volte alla valorizzazione del patrimonio, dell’offerta e della produzione culturale.
L’identità territoriale e ambientale verrà rafforzata con le politiche di valorizzazione dell’ambiente e paesaggio, con i progetti di valorizzazione e recupero del paesaggio urbano e dei paesaggi rurali abbandonati, la promozione della mobilità sostenibile (elettrica ed ibrida), la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico e privato, gli interventi per la difesa e salvaguardia del territorio, l’edilizia abitativa e l’edilizia pubblica, la manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture e delle reti, la realizzazione delle opere strategiche rilevanti e il proseguo degli investimenti per la banda ultralarga.
Infine nell’area autonomia e istituzioni si propongono azioni di informazione e divulgazione dei contenuti dell’autonomia, il rafforzamento degli strumenti partecipativi sia nella formazione degli atti sia nei processi decisionali, la conferma delle politiche di tutela delle minoranze linguistiche, la prosecuzione dell’attuazione del piano strategico per lo sviluppo del capitale umano, gli accordi di programma sul fondo strategico territoriale, il nuovo sistema di finanziamento degli enti locali e la disciplina del ricorso all’indebitamento sempre da parte degli enti locali.
Si tratta di proposte che verranno maggiormente declinate nella nota di aggiornamento del documento di economia e finanza che accompagnerà in autunno i ddl di bilancio, stabilità e collegata
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