«Con gli atenei di questa nuova Rete del Mar de la Platea, Trento vuole avviare accordi sulla base delle caratteristiche specifiche di ciascuna università" ha spiegato il rettore dell'Università degli studi di Trento Paolo Collini. "L'obiettivo di questa collaborazione è quello di attivare percorsi didattici congiunti, doppie lauree, occasioni di mobilità per gli studenti. Ma anche progetti di ricerca comuni a cominciare dalle discipline economiche e dalle scienze della vita, primi settori su cui abbiamo riscontrato delle affinità, per poi spaziare verso altri ambiti disciplinari di comune interesse».
“Per frequentare l’Università torno a casa, in Trentino, dove sono nati i miei avi”: per molti discendenti di Trentini che abitano in America Latina il rientro nel nostro Paese per ragioni di studio potrebbe presto avere ancora maggiori possibilità di concretizzarsi, grazie alla rete di collaborazioni avviata dall’Università di Trento con alcuni atenei di Uruguay, Argentina e Brasile. Il progetto di cooperazione internazionale prende le mosse da un protocollo d’intesa siglato nella scorsa primavera in occasione di un viaggio in America Latina tra l’Ateneo trentino e gli atenei di Uruguay (Universidad de la Empresa), Argentina (Universidad de Flores, Universidad nacional del Comahue, Universidad nacional del Rio Negro, Universidad nacional de Mar Plata e in seguito anche Universidad de Cordoba) e Brasile (Universidad de Caxias do Sul).
La collaborazione fra il Trentino e l’America Latina è il primo frutto concreto della nuova strategia di collaborazione avviata tra l’Ateneo trentino e l’Associazione Trentini nel mondo per favorire il dialogo tra le comunità anche attraverso la formazione e la ricerca. A fare la differenza è proprio la presenza in quei Paesi dei Circoli della Trentini nel mondo, attraverso i quali l’Associazione dialoga con una comunità vasta, vivace e affezionata alla propria terra d’origine. Proprio dalle comunità trentine in America Latina è arrivata la sollecitazione a stringere sinergie con l’Università di Trento attraverso gli atenei dei rispettivi Paesi. L’Università di Trento viene percepita come istituzione autorevole e riconosciuta. Collaborare con essa permette di sentirsi ancora più in contatto con la terra d’origine.
Dopo il primo passo formale, oggi le intese per la costituzione della rete universitaria Trentino-America Latina entrano nel vivo grazie alla visita del rettore dell’uruguayana Universidad de la Empresa, Roberto Brezzo. Nel corso degli incontri di questi giorni in Trentino Brezzo – su mandato degli altri atenei sudamericani – ha approfondito i termini entro cui potrà svilupparsi la rete di relazioni. Non solo reclutamento di studenti e studentesse stranieri da far arrivare a frequentare l’Università di Trento: l’accordo consentirà anche la mobilità del personale docente e ricercatore e lo sviluppo di attività di ricerca congiunte in vari settori di interesse. Con alcuni atenei – ad esempio la Universidad de Cordoba – l’Università di Trento ha stretto da tempo accordi bilaterali standard per la mobilità e lo scambio accademico.
L’attenzione alle comunità di Trentini all’estero con strumenti che fanno leva sulla formazione non è una novità. Nel 2001 la Provincia autonoma ha infatti avviato il progetto “Università a colori" per promuovere l'accesso di studenti e studentesse residenti all'estero alle attività di formazione e ricerca dell'Università di Trento con un sistema di borse di studio per agevolare la frequenza ai corsi di laurea. Il passaggio di oggi – con azioni dirette all’America Latina – segna una nuova stagione di azioni volte a sostenere la costruzione di legami tra le comunità passando attraverso le opportunità offerte dal dialogo a livello accademico.
Il progetto di dare vita a una rete solida di relazioni in ambito accademico è stato illustrato oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sala stampa della Provincia autonoma di Trento. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato, oltre al rettore Roberto Brezzo, l’assessora all’Università e ricerca Sara Ferrari e il rettore Paolo Collini. Per l’occasione erano presenti anche il vicepresidente dell’Associazione Trentini nel mondo, Cesare Ciola, e il coordinatore dei Circoli trentini dell’Uruguay, Jorge Zas.
L’accordo con Uruguay, Argentina e Brasile è un passaggio strategico importante per l’Ateneo trentino che segna però anche un ulteriore progresso nelle attività di collaborazione con la comunità di discendenti trentini che vivono in quei Paesi. Basti pensare alla forte presenza italiana nelle popolazioni di Uruguay (circa il 44% è di origine italiana), Argentina (tra il 40 e il 50%) e Brasile (tra il 10 e il 15%). Percentuali più che raddoppiate negli Stati del sud, come Paranà, Santa Catarina e Rio Grande do Sul, verso i quali c’è stata una forte emigrazione anche di trentini. Un bacino di grande interesse verso cui indirizzare programmi di sviluppo nella formazione e nella ricerca.
L’accordo di collaborazione può contare su una rete di atenei che hanno caratteristiche interessanti per l’Ateneo trentino in termini di grandezza, apertura internazionale e varietà disciplinare. Fondata nel 1975 l’Università di Mar del Plata, ad esempio, conta oggi circa 24mila studenti. L’uruguayana UDE (Universidad de la Empresa) è invece una università privata, dalla buona reputazione nel campo della business administration, nata nel 1998 che conta oggi circa 5.500 studenti. Infine l'Università di Cordoba (Argentina) è sicuramente tra le più prestigiose in Argentina, conta più di 110.000 studenti ed è la più antica del gruppo, in quanto fondata nel 1613. Tra i settori di comune interesse – oggetto di possibili collaborazioni nella ricerca e nella formazione – vi sono le biotecnologie “verdi” e “rosse”, l’edilizia sostenibile, lo sviluppo agricolo e rurale, ma anche l’economia e il management.