Una situazione molto complessa, quindi, non solo dal punto di vista giuridico, quella in cui si trovano molti profughi e richiedenti asilo nel nostro Paese. L'assessore Beltrami ha anche presentato l'esperienza dell'accoglienza dei profughi provenienti dalla Libia in Trentino, con le sue luci - la capacità dimostrata da tutti i soggetti coinvolti nella fase della prima accoglienza (avvenuta, si ricorderà, nel campo scuola della Protezione civile di Marco di Rovereto), la successiva integrazione nel tessuto sociale trentino, con il supporto del mondo del volontariato - e le sue ombre, in particolare l'impossibilità per le persone in attesa di una risposta di poter lavorare, con tutti i disagi, anche psicologici e sociali, che questa condizione produce. L'audizione si è conclusa con l'auspicio di migliorare sotto tutti i punti di vista le condizioni dell'accoglienza in Italia, superando la logica della pura emergenza.
Margherita Boniver, presidente del Comitato, assieme agli altri deputati, ha affermato che il Trentino è un modello di riferimento per le politiche dell'accoglienza e ha ringraziato per l'impegno profuso a tutti i livelli istituzionali nella situazione straordinaria creatasi dopo l'esplodere del conflitto in Libia.
Scheda: audizione della Conferenza delle Regioni
Si è tenuta oggi l'audizione di una delegazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di fronte al "Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione", presieduto dal Margherita Boniver. In rappresentanza delle Regioni sono intervenute Teresa Marzocchi (Assessore politiche sociali e immigrazione, Regione Emilia-Romagna) e Lia Giovanazzi Beltrami (Assessore solidarietà internazionale e convivenza, Provincia Autonoma di Trento).
Nel corso dell'incontro è stata illustrata la posizione della Conferenza delle Regioni che sottolinea alcune rilevanti questioni in materia di diritto di asilo. In particolare il documento della Conferenza delle Regioni si sofferma su cinque priorità:
1) L'Accesso al territorio di "flussi misti" che impone garanzie di non respingimento indiscriminato.
2) L'applicazione rigorosa del Regolamento Dublino II che deve avere però al centro il rispetto dei diritti del richiedente.
3) La necessità di garantire un contesto di elevata competenza/qualità rispetto alle decisioni assunte in prima istanza quando si esaminano le richieste di asilo.
4) L'esigenza di garantire il diritto a un ricorso con effetti sospensivi.
5) La garanzia di forme di immediata prima accoglienza a partire dalla presentazione della domanda.
Infine, secondo il documento della Conferenza delle Regioni (che è stato pubblicato nella sezione "conferenze" del sito www.regioni.it ),"resta comunque da sciogliere il nodo fondamentale della garanzia dell'integrale copertura finanziaria da parte del Governo di tutti gli interventi già attuati e da attuare in relazione all'accoglienza, quale elemento pregiudiziale per l'attivazione dei percorsi per il superamento della fase di emergenza".
In questo contesto, si ritiene doveroso ripensare tutto il sistema di accoglienza italiano sulla base di alcuni principi e scelte operative di fondo:
· "la necessità di attivare un ragionamento complessivo rispetto ai sistemi di accoglienza per richiedenti asilo oggi presenti in Italia (Cara, Sprar, emergenza Nord Africa, strutture polifunzionali nelle aree metropolitane di Roma, Milano, Torino, Firenze) che sono di fatto distinti e paralleli tra loro. E' necessario, infatti, superare la logica dell'emergenza e mettere a regime interventi di accoglienza allargando la capacità complessiva di intervento del sistema per richiedenti asilo e titolari di protezione non solo dal punto di vista della necessità abitativa ma anche in un'ottica di inserimento socio-lavorativo della persona. A tal fine possono essere valorizzate e implementate le funzioni degli enti che in questi anni hanno maturato esperienza e competenze specifiche sui temi dell'immigrazione, della tratta e dei rifugiati e, specificatamente, anche in materia di formazione linguistica e professionale".
· "La ridefinizione – prosegue il documento della Conferenza - dello status giuridico, ai fini di una loro regolare permanenza sul territorio, per tutti i i migranti provenienti dal Nord Africa, anche per coloro che hanno visto negata la richiesta di protezione internazionale dalle Commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato seppure in assenza di ricorso avverso diniego. Si ritiene importante prevedere il rilascio di un permesso umanitario ai sensi della normativa vigente in materia di protezione temporanea, per tutti i migranti provenienti dalla Libia al di là delle loro nazionalità, nonché la regolarizzazione della posizione di coloro che sono entrati minorenni e, raggiunta la maggiore età, non hanno avanzato richiesta di asilo".
· "La istituzione a livello centrale del Tavolo di coordinamento sulla accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, presieduto dal Ministero dell'Interno, cui partecipa il Dipartimento della Protezione civile in particolare per le responsabilità di Soggetto Attuatore nazionale rispetto alla accoglienza ENA, il Ministero del Lavoro, le Regioni, l'UPI e l'ANCI. Al tavolo partecipano anche le organizzazioni governative impegnate sul tema della migrazione ed asilo".
· "La attivazione di una fase di supporto all'uscita dall'accoglienza ENA in vista del termine dello stato di emergenza, attraverso interventi che facilitino l'inserimento socio-lavorativo.
· La previsione di nuovi programmi individuali di rimpatrio volontario e assistito, che offrano ai beneficiari un sostegno economico adeguatamente rafforzato, di supporto non solo al rientro, ma anche a un progetto di reintegrazione nel Paese di origine, con un coerente incentivo economico.
· la necessità di ampliare la rete Sprar con ulteriori 2.000 posti , dei quali circa 700 hanno previsione finanziaria di euro 9.000.000 nell'art. 2 dell'OPCM 3965 del 21 settembre 2011.
· L'esperienza della gestione dell'emergenza Nord Africa ha, altresì, messo in luce le criticità relative all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati per i quali – sottolinea ancora il documento della Conferenza delle Regioni - si rende necessaria l'istituzione di un Fondo stabile per la copertura dei costi sostenuti dagli Enti locali.
· Alla luce della positiva esperienza di equa distribuzione nel territorio regionale delle persone in accoglienza Emergenza Nord Africa, si ritiene opportuno introdurre anche nel sistema Sprar il criterio di responsabilizzazione di tutti i territori regionali. Si potrebbe prevedere – conclude il documento della Conferenza - un sistema graduale e flessibile modellato sull'Emergenza Nord Africa, con quote regionali di posti in accoglienza, divise in base alla popolazione residente, e variabili a seconda del numero di richieste di protezione internazionale che vengono presentate".
Il link alla versione integrale del documento è:
http://www.regioni.it/download.php?id=260896&field=allegato&module=news
-