"Oggi si discute molto di beni comuni e nelle nostre valli le tradizioni degli usi civici sono radicate - sono state le parole del presidente Dellai -. La cultura dei beni comuni e la responsabilità nella gestione del territorio saranno fondamentali per la difesa della nostra Autonomia. Saranno tempi duri non illudiamoci: in Italia c'è il rischio che la crisi spinga verso l'illusoria ricetta della verticalizzazione, del centralismo, della omologazione. Noi pubbliche istituzioni delle Autonomie, insieme con Bolzano, faremo ogni sforzo per impedire che questo vento freddo travolga i nostri valori civici e le nostre istituzioni autonome. Ma non basterà. E' necessario che tutto il popolo, tutte le comunità locali, tutte le realtà civili e sociali del Trentino e del Sudtirolo si assumano anche loro la responsabilità di difendere l'Autonomia, per dimostrare che la nostra Autonomia non è una congettura di furbizia, ma un modo di essere inviolabile della nostra comunità".
Parole ribadite anche dal presidente delle Asuc trentine, Giovannini, che ha rivendicato l'esperienza degli usi civici come forma di autogoverno della comunità e ha auspicato che le Asuc lavorino insieme con i Comuni superando qualsiasi conflitto. Giovannini ha espresso la convinzione che la tradizione delle Asuc sia parte integrante della Autonomia speciale trentina, dichiarando l'impegno anche delle Asuc per far presente allo Stato italiano la necessità che l'Autonomia venga valorizzata e non mortificata.
La festa a Capriana, in località Prà dal Manz, è iniziata al mattino, con la messa celebrata da monsignor Giulio Viviani, il quale ha collegato la tradizione degli usi civici con le radici cristiane della comunità trentina, rappresentate simbolicamente dalla beata Meneghina, che ha trascorso la sua vita a pochi passi di distanza dalla sede della cerimonia. Quindi i discorsi ufficiali e il pranzo tipico. A seguire balli folcloristici con i gruppo di Anterivo e con i "Orgenstones" di Capriana.
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