
“Nel mercato nel quale operiamo – sottolinea Alexey Zhuravlev, amministratore delegato di DCS srl - non esiste un prodotto per la protezione anticorrosiva di tubi petroliferi terrestri e marini che sia simile, per tecnologia ed innovazione, a quello da noi sviluppato. Esistono pochi grandi operatori a livello mondiale in specifiche aree geografiche, ma quello che caratterizza la nostra soluzione è l’innovatività e la compatibilità con l’ambiente”.
“Una nuova tecnologia, in parte coperta da brevetto – spiega ancora Zhuravlev - che si basa sulla realizzazione di uno strato interno di nuovo materiale in grado di proteggere i tubi fino a cinque volte più a lungo rispetto ai metodi tradizionali”.
Una tecnologia, garantisce DCS, già testata sul campo e che aumenta notevolmente la resistenza e la durata delle tubazioni rispetto alle tecnologie tradizionali, incontrando al tempo stesso sia il mercato del nuovo sia quello dell’usato, potendo così recuperare i tubi direttamente “in loco”, eliminando il problema trasporto e permettendo di allungare ed ottimizzare l’investimento.
“All’interno del BIC di Mezzolombardo intendiamo avviare anche una fase di prototipazione e produzione dei macchinari necessari per applicare il sistema protettivo alle tubazioni”, spiega il Alexey Zhuravlev che è anche autore di numerose pubblicazioni scientifiche nelle riviste tecniche sulle soluzioni anticorrosive per tubi petroliferi ed è stato membro dell’ISO107 SC4 – metal coating community, ente preposto dall’ISO per la definizione delle nuove normative per la protezione dei metalli.
L’esperienza trentina è iniziata nel 2012, quando ha fondato una startup innovativa con sede a Trento, operante nel settore della protezione anticorrosiva per tubi petroliferi e nel 2016 una filiale in Texas per entrare nel mercato americano. Dal 2018 si è dedicato con entusiasmo al nuovo progetto imprenditoriale DCS insieme a partners che hanno maturato un’esperienza decennale nel settore oil&gas.
Per raggiungere il proprio obiettivo DCS ha in programma investimenti in ricerca per un totale di 3 milioni di euro nel triennio 2018-2020. “In un secondo momento – aggiunge Zhuravlev - prevediamo di esternalizzare la componentistica e di occuparci internamente solo dell’assemblaggio meccanico ed elettrico (parte meccatronica). I nostri clienti, soprattutto nella fase iniziale saranno localizzati all’estero, negli Stati Uniti e in Messico principalmente. Poi ci rivolgeremo ad altre aree di mercato come i Paesi Arabi, il Sud America e la Russia”.