Thesmar, docente di Finanza a Parigi, editorialista e scrittore, ha affrontato alcuni "falsi miti" economici che circolano nelle società occidentali di oggi. Si tende a negare alcune verità note agli economisti e certe tesi sbagliate spesso vengono utilizzate dai politici per indirizzare le proprie scelte, non sempre in cattiva fede, o da certe lobby per tutelare interessi di parte. Una di queste, per esempio, ritiene che vi sia la necessità di reindustrializzare l'Europa. Anche alcune fonti autorevoli ritengono che la crescita sostenibile sia legata all'aumento della quota manifatturiera nel PIL, tanto che negli Usa si parla della necessità di un "rinascimento manifatturiero". L'argomento è sostenuto favorevolmente anche in Europa da industriali, sindacati e politici. Ma l'innovazione tecnologica che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, ritiene Thesmar, può e deve cambiare le prospettive, perché con l'aumentare della ricchezza aumenta ancor più la richiesta di beni intangibili e di servizi. Così certi settori, come scuola e sanità ed altri non manifatturieri hanno creato molti nuovi posti di lavoro. Vero è che il processo verso una società post industriale tende ad aumentare le disuguaglianze e quindi è estremamente necessario trovare altre vie per la crescita.
Un altro luogo comune è che la politica della concorrenza distrugga la ricchezza e faccia male all'economia e studi recenti hanno dimostrato come la percezione delle persone della rischiosità della concorrenza alimenti questo falso mito. Portando ad esempio l'ingresso di un nuovo gestore di telefonia in Francia o la liberalizzazione delle licenze dei taxi in Italia, Thesmar ha spiegato che si trascura sempre l'aspetto dello stimolo all'innovazione, il miglioramento della qualità dei servizi e la riallocazione dei disoccupati con titolo di studio elevato che generano il confronto concorrenziale.
Altra credenza riguarda la ricapitalizzazione delle banche: si pensa che danneggi il credito, in quanto le banche sono portate a prestare di meno. Ma le ricapitalizzazioni, se forse sono a svantaggio degli azionisti, costretti ad un maggiore rischio, risultano a vantaggio dei correntisti e dei contribuenti perché l'uso di maggiore capitale lo rende certamente meno costoso.
Concludendo la sua lezione Thesmar ha sottolineato che il ruolo dell'economista è proprio quello di ridurre lo iato tra la gente e la classe dirigente. Ricordandoci, però, che tutto ha un costo e qualsiasi intervento dei governi o qualunque risorsa stanziata per un dato fine non sono senza un prezzo.
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DAVID THESMAR: CHI SPECULA SULLE FALSE CONVINZIONI RIGUARDO ALL'ECONOMIA
La distanza fra il pensiero degli economisti e quello della gente comune, il bassissimo livello di competenza economica del cittadino medio e la posizione del politico, che spesso in buona fede crede a certi luoghi comuni ed è quindi un "sincero mentitore": sono stati questi gli argomenti affrontati da David Thesmar stamattina a Palazzo Geremia, accompagnati da una rigorosa analisi su alcuni dati che contraddistinguono l'economia europea e americana. Oggi, infatti, con Thesmar il Festival ha affrontato il tema di "Chi specula sui luoghi comuni", in un incontro che ha suscitato grande interesse tra un pubblico molto attento e partecipativo.-