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Alberto Winterle, presidente dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento, ha sottolineato come ragionare su questo tema segni un passo in avanti nella riflessione complessiva in campo edilizio e urbanistico. Ha messo in guardia poi dal rischio di confondere il grado di conservazione di un edificio con le sue qualità costruttive. "Il tema dei criteri da applicare - ha detto Winterle - è quindi fondamentale, ma in primo piano vi è anche il problema di come tutelare gli edifici. Non bastano i vincoli se non c'è sensibilità da parte dei proprietari e dei progettisti. Va ricordato che un edificio tutelato è parte di qualcosa, ha un valore non solo per il proprietario ma per la comunità".
Le norme quindi non bastano senza un sostegno forte sul piano culturale. A fronte dell'alleggerimento dell'impianto normativo verso cui si sta tendendo, è emerso, devono quindi crescere la preparazione e la sensibilità.
Beppo Toffolon, presidente della sezione trentina di Italia Nostra si è augurato che la discussione odierna aiuti a comprendere dove sta il confine tra quello che va conservato come è e quello che può essere modificato. "La possibilità di un progetto di inserirsi nel contesto circostante - ha detto Toffolon - non può essere risolta solo dal rispetto delle norme".
"L'alleggerimento delle norme - ha specificato l'assessore Daldoss - passa proprio da una maggiore sensibilità da parte dei tecnici e dei committenti. Si dovrà quindi insistere su processi di formazione rivolti anche a chi andrà a prestare la sua opera nelle commissioni paesaggistiche di comunità e in quelle edilizie comunali, che saranno chiamate ad un ruolo valutativo notevole. La sfida si giocherà sulla qualità dei progetti. In materia urbanistica e architettonica vi è una chiamata collettiva alla responsabilità che richiede il contributo di tutti. Le norme sono un indirizzo importante ma devono essere integrate dalla sensibilità degli uomini". (lr) -