Al suo arrivo in piazza Dante, il Dalai Lama, premio Nobel per la pace 1989, massima guida spirituale per i tibetani e per milioni di buddisti nel mondo, e naturalmente primo e principale rappresentante della causa tibetana, da quando nel 1959, mentre infuriava la repressione cinese, scelse la strada dell'esilio, è stato accolto dalla piccola comunità tibetana presente in regione, e da un gruppo numeroso di buddisti e simpatizzanti locali.
Poi il colloquio privato con il presidente Pacher, a cui ha preso parte anche il presidente di Italia-Tibet Roberto Pinter, che coordina fin dalla prima visita, dell'estate del 2001, le visite di Sua Santità il XIV Dalai Lama in Trentino.
Il Dalai Lama ha chiesto innanzitutto se si sentono anche qui gli effetti della crisi e se si ripercuotono diversamente su italiani e tedeschi. Pacher, dopo avere accennato al fatto che in Alto Adige il gruppo tradizionalmente più legato all'impiego nell'industria è quello italiano, ha spiegato che in Trentino per fortuna ci sono settori come agricoltura e turismo che ancora "tengono". Il Dalai Lama ha quindi chiesto ulteriori delucidazioni sul tipo di agricoltura praticata in Trentino, soffermandosi in particolare su quella biologica, e sull'impiego di prodotti chimici. Pacher ha spiegato che la Fondazione Mach è molto impegnata su questi temi, che il mercato per le produzioni biologiche è in crescita e che comunque, in termini generali, se in passato si facevano fino a 20 trattamenti con fitofarmaci all'anno oggi si sono ridotti a circa 5.
Saputo che fra le principali voci dell'export trentino vi sono il vino e le mele, il Dalai Lama ha pronunciato ancora qualche battuta prima di accogliere il formale benvenuto dell'istituzione, comprendente il tradizionale scambio di doni (in questo caso, una statua in legno di un mietitore, di Mich Beppo di Tesero) e di spostarsi in Consiglio provinciale per il prosieguo della visita. (mp)
Alle ore 10.45 la conferenza stampa nella sala stampa della Provincia.
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