
La lampada, ricavata da una scheggia di bomba rinvenuta sul ghiacciaio dell'Adamello, e benedetta dall'Arcivescovo di Trento Monsignor Luigi Bressan, era stata affidata nelle mani del Cardinale Giambattista Re, delegato pontificio per la cerimonia di chiusura del 51' Pellegrinaggio avvenuta a Tione di Trento, con la promessa di ritrovarsi a Roma per posarla definitivamente sul sepolcro del Papa Santo. Per l'occasione gli Alpini trentini hanno organizzato alcuni pullman che hanno viaggiato alla volta della capitale. Oggi, dopo la S.Messa, presieduta da Sua Eminenza Cardinale Angelo Comastri e concelebrata dal delegato arcivescovile di Trento Monsignor Umberto Giacometti, che è stata accompagnata dal Coro della Sezione ANA di Trento e si è conclusa con la preghiera dell'alpino, una piccola processione ha portato la lampada dalla zona delle tombe vaticane, dove è stato celebrato il rito religioso, fino alla sovrastante basilica, sulla tomba di Giovanni Paolo II. La cerimonia ha offerto l'occasione anche per tracciare un profilo della figura e del pontificato di Giovanni Paolo II. " La lampada - ha aggiunto il presidente Pinamonti - rappresenta la luce della pace, in ricordo della presenza di Papa Giovanni Paolo II sull'Adamello, ma anche la viva memoria di tutti i caduti della prima Guerra Mondiale". Al momento del dono della lampada hanno assistito, nella Basilica di S. Pietro, le centinaia di persone che la affollavano. Quello tra Karol Wojtyla e la montagna è stato un rapporto molto intenso; anche con l'Adamello, che il Santo Padre visitò nel 1984, assieme all'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e nel 1988, quando al rifugio dedicato "Ai Caduti" celebrò la messa davanti a 2000 penne nere arrivate in pellegrinaggio dal Trentino e dalla Lombardia in uno dei luoghi simbolo della "Guerra Bianca". Domani le penne nere trentine parteciperanno all'Angelus di Papa Francesco in piazza S. Pietro, per poi rientrare a Trento. (lr)
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