Tra i più apprezzati storici viventi, grande divulgatore, volto noto di Rai Storia, professore emerito dell'Università La Sapienza di Roma, Emilio Gentile è stato introdotto nell'incontro che ha affollato la Sala della Filarmonica da Eliana Di Caro, giornalista, curatrice delle pagine di storia ed economia del supplemento culturale "Il Sole 24 Ore-Domenica". Poche parole introduttive e poi via con la galleria di volti, di espressioni "rubate" in decine di foto in bianco e nero, alla ricerca del carisma perduto. Un lungo viaggio nella politica italiana tra fascismo e repubblica, cogliendo i tratti distintivi di una personalità carismatica che si è andata via via definendo.
L'aspetto fisico, anzitutto, e il modo di atteggiarsi. Per questo Mazzini e Garibaldi furono carismatici, Cavour e Nenni no. Il rapporto carismatico, poi, non è mai a senso unico: c'è bisogno di un popolo che riconosca il proprio leader come tale. Crispi lo fu.
Non basta neppure una grande capacità di dominio politico per essere un capo carismatico: De Pretis e Giolitti, ad esempio, venivano accusati di essere dei trasformisti.
Ma per avere carisma serve pure un contesto che lo permetta. Alcide Degasperi era un grande statista, un leader, ma non poteva essere carismatico perché apparteneva a un partito, la Democrazia Cristiana, che era il partito della Chiesa, dove ad essere carismatica era semmai la figura del Pontefice. Carismatico, in quegli anni, fu invece Palmiro Togliatti, che Gentile definisce come "unico vero capo carismatico dell'Italia repubblicana".
Ma l'invenzione del carisma, nel XX secolo in Italia, la si deve secondo Emilio Gentile a Benito Mussolini. Il Duce fu il primo capo carismatico a essere riconosciuto tale anche dagli avversari, l'unico a perdere e a riconquistare il carisma più volte. A 29 anni diventa la figura più prestigiosa del partito socialista rivoluzionario, ma perde il suo carisma quando passa all'interventismo, con i suoi che lo bollano come traditore ed opportunista, per poi di nuovo riconquistarlo diventando il più giovane Presidente del Consiglio. Ancora lo perde passando al fascismo e lo riacquista, diventando nuovamente carismatico, allorché divenne dittatore dell'Italia. La stessa sua morte fu un fenomeno carismatico.
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