Riuniti dunque oggi pomeriggio in videoconferenza con l’assessore Achille Spinelli i rappresentanti del mondo imprenditoriale, per dibattere le questioni relative sia allo stato attuale dell’economia locale sia agli scenari futuri, a mano a mano che il sistema di “aprirà”, come annunciato oggi abche dal presidente Maurizio Fugatti. A coordinare i lavori il professor Enrico Zaninotto e il dirigente provinciale dell’Umst Enti locali Giovanni Gardelli.
Gli obiettivi della fase di emergenza possono essere così riassunti: garantire liquidità alle imprese, garantire un reddito minimo ai cittadini; conservare le opportunità di lavoro anche durante il periodo dell’emergenza. Inoltre, è necessario prepararsi alla “ripartenza”. Qui gli interrogativi sono innanzitutto: come assicurare la ripresa in condizioni di sicurezza; come sostenere i servizi alle famiglie e alle imprese e crearne di nuovi; come utilizzare la leva degli interventi e dei lavori pubblici.
Ci sono poi un paio di temi “trasversali”, su cui tutti i partecipanti hanno convenuto: digitalizzare i processi di lavoro e semplificare le procedure burocratiche: come far sì che la Provincia “accompagni” chi ne ha diritto all’accesso alle misure nazionali; che criteri usare se si dovranno stabilire priorità temporali.
Marco Segatta, presidente del Coordinamento imprenditori, ha espresso una particolare preoccupazione per tutte le piccole attività industriali e artigianali che sono state costrette a chiudere. La prima domanda che questo mondo rivolge alla Provincia è naturalmente: quando potremo riaprire? Una richiesta intermedia è quella di consentire ai titolari di entrare in azienda in assenza dei dipendenti, per cominciare a preparare la fase della ripartenza. Bisognerà anche dare indicazioni precise sulla sicurezza nel luogo di lavoro una volta “riaperto”, e dare certezze relativamente all’accesso alle misure che verranno via via assunte dalla pubblica amministrazione. Alcune iniziative importanti sono state assunte, sia dalla Provincia che dai Comuni, ad esempio per quanto riguarda il congelamento degli affitti. E’ auspicabile una maggior omogeneità, come pure, fra le altre cose, una maggiore sensibilizzazione all’acquisto dei prodotti trentini. Da ultimo, “premiare” le imprese che assumono.
Accesso al credito e Confidi, sostegno alle produzioni trentine e alla domanda, difesa del lavoro e sicurezza dei lavoratori, semplificazione amministrativa, innovazione sociale e tecnologica, ed ancora, i cambiamenti che si profilano sul versante turistico, sono stati al centro anche degli interventi degli altri partecipanti, fra cui il direttore di Confcommercio Giovanni Profumo, il presidente di Confesercenti Renato Villotti, il direttore della Federazione della cooperazione Alessandro Ceschi, il presidente dell’Associazione Albergatori Gianni Battaiola, Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento, Aldi Cekrezi, direttore di Confesercenti del Trentino, il professor Michele Andreaus, il direttore dell’Asat Roberto Pallanch, il professor Riccardo Salomone. Il settore del turismo in particolare ha espresso forti preoccupazioni sia per quanto riguarda le sorti delle tante imprese al momento del tutto ferme e dei lavoratori “scoperti” o che hanno già esaurito gli strumenti di welfare, sia per i cambiamenti futuri, fra cui la necessità d garantire il distanziamento sociale (con conseguente riduzione della clientela), la sanificazione delle strutture, la patrimonializzazione.
Sono state anche toccate le ricadute indirette dell’emergenza, a partire dalla necessità di potenziare lo smartworking, superando le strozzature e i rallentamenti che si annidano un po’ ovunque, anche nella pubblica amministrazione. “A monte – ha ammonito in chiusura il professor Andreaus – è necessario superare un approccio meramente settoriale e coltivare innanzitutto forti dosi di coesione. L’Italia parte già sfavorita: negli ultimi 10 anni è il paese europeo che è cresciuto meno e ha un rapporto debito/pil assolutamente sfavorevole, il che condiziona tutto il dibattito sugli Eurobonds, ma anche l’entità degli aiuti nazionali che possono arrivare al Trentino. Per uscirne, una volta usciti dalla fase dell’emergenza, non possiamo replicare quanto fatto in passato. Dobbiamo avere un nuovo approccio alla gestione del sistema economico, anche trentino”.
Nelle conclusioni l’assessore Spinelli ha ringraziato tutti per i contributi arrivati, sottolineando come le prossime manovre saranno mirate innanzitutto sulle esigenze immediate, anche perché lo scenario continua a cambiare e quindi non è possibile impostare una manovra “monster”. Condiviso infine l’invito a semplificare la burocrazia e semplificare le procedure amministrative.