Il presidente Fugatti ha fatto come di consueto il punto della situazione. Innanzitutto, il tema delle risorse umane, degli spazi e degli strumenti a disposizione dei malati e degli operatori medico-sanitari. “Abbiamo ancora bisogno di infermieri – ha detto il governatore del Trentino - e di ulteriori spazi. Stiamo pensando fra l’altro a sospendere temporaneamente il punto nascite di Cavalese, così come già fatto a Cles, per recuperare risorse da destinare alla lotta al Coronavirus. Questa settimana aumenterà inoltre il numero di tamponi, e quindi probabilmente si registrerà una crescita dei contagi nel nostro report quotidiano. Abbiamo invece disponibilità di dispositivi di protezione personale per coloro che sono ‘in prima linea’: i dpi ci sono, e invitiamo a segnalare eventuali situazioni di bisogno. Ora abbiamo anche delle imprese che stanno producendo mascherine “made in Trentino”, e quindi presto potremmo aprire alla distribuzione di questo e altri strumenti di protezione a più ampie fasce di cittadinanza.
Ringraziamo tutti coloro che stanno facendo grandi sacrifici rimanendo a casa. Abbiamo visto però ancora troppa gente a piedi sulle ciclabili o sul Lungo Fersina: queste persone mettono a rischio se stesse, gli altri e gli operatori sanitari. Perciò abbiamo chiesto al Commissario del Governo ancora più controlli in alcune zone della città, assieme alle relative sanzioni. Si tenga presente che se facciamo un confronto fra consistenza di popolazione e numero di contagiati il Trentino è una delle realtà regionali che ha avuto la più alta percentuale di contagi”.
Fugatti ha rivolto infine un grazie a tutte le categorie che sono impegnate in questo momento in maniera più diretta, fra cui quelle che a volte vengono dimenticate, come i taxisti e gli operatori delle ditte elettrico/informatiche, che ci consentono di proseguire la nostra vita quotidiana restando in contatto con gli altri, e per quanto riguarda gli studenti in particolare, anche con i loro insegnanti. “Grazie infine per le donazioni all’Azienda sanitaria – ha aggiunto - che hanno superato i 5 milioni di euro”.
Alla conferenza stampa di oggi è intervenuto, come già detto, mons. Lauro Tisi. “A partire dalla Caritas, il comparto al momento più attivo – ha detto l’arcivescovo di Trento - siamo contenti in primo luogo di non avere chiuso i servizi che si rivolgono ai poveri. Abbiamo invece come noto deciso di chiudere le chiese perché riteniamo che in questo momento l’imperativo evangelico sia per il cristiano manifestare anche con questa rinuncia l’amore per gli altri. La storia dei cristiani è anche storia di sofferenza, e la sofferenza oggi segna pesantemente la nostra comunità. In prima linea oggi ci sono gli operatori sanitari, e assieme a loro anche molti altri. L’impegno che sta emergendo in questi giorni è straordinario, ma non nasce ora, viene da lontano. L’ho visto spesso all’opera. Abbiamo un Trentino sano, vero, bello. Non solo coloro che si impegnano direttamente per fronteggiare il contagio, e che sono naturalmente i più esposti, ma tutti quelli che testimoniano il loro amore per l’altro anche solo restano a casa.
Noi cerchiamo di mantenere il più possibile i contatti con le persone, con gli strumenti che possiamo adoperare in questo momento, sostenendo la speranza e aiutando a trovare una luce. Cristo vive nei nostri malati. Ci fa soffrire il pensiero che tante persone che muoiono sole, ma sappiamo che i sanitari si stanno impegnando anche su questo versante.
Per quanto riguarda i sacramenti - ha proseguito l'arcivescovo di Trento, stimolato dalle domande del capufficio stampa della Provincia Giampaolo Pedrotti - non potendo celebrare l’Eucarestia stiamo insistendo molto sulla preghiera nelle case e sulla parola di Dio, che è importante come l’Eucarestia, perché porta conforto a tutti. Il Papa lo ha detto chiaramente: dobbiamo trovare la via del noi. E credo che lo stiamo già facendo, così come credo che abbiamo capito che non possiamo vivere da soli. Dico anche che per fortuna ci sono i social, nei confronti dei quali a volte sono stato molto critico, perché oggi ci consentono di comunicare. Una cosa straordinaria che stiamo scoprendo è che per stare con gli altri, in questo momento, dobbiamo rimanere a distanza. E’ un fatto assolutamente nuovo. Credere o no credere non fa la differenza. Siamo tutti accomunati dal dolore e dalla sorpresa. Ma il terreno sul quale possiamo convergere è quello del volere bene. E questo vale per tutti, credenti e non".
Nel prosieguo della conferenza stampa sono intervenuti come di consueto il direttore generale dell’Apss Paolo Bordon, Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Apss, il direttore del Dipartimento Integrazione socio-sanitaria Enrico Nava.
Si è parlato nuovamente di tamponi. Il test ha una sensibilità dal 70 al 95% e rimane dunque il gold standard. Si stanno comunque testando anche altri sistemi per rilevare la presenza del virus. I dati sul calo dei contagi inducono a qualche ottimismo, ma se legati solo ai tamponi non sono reali, perché, come noto, non esaustivi. Per questo il Trentino ha deciso fra l’altro di conteggiare anche i sintomatici che hanno avuto contatti con persone risultate positive, il che ha fatto registrare nel territorio più casi di contagio rispetto ad altre realtà. Lo si è fatto, in altre parole, per avere una fotografia più realistica della situazione
L’assessore Segnana infine ha messo in guardia nei confronti di truffe agli anziani, da parte di persone che si presentano nelle case sostenendo di voler eseguire il test del tampone e ha ringraziato Protezione civile e Nuvola per avere distribuito 500 nuovi kit ai medici di medicina generale, a guardie mediche e pediatri di libera scelta per effettuare le visite a domicilio, in particolare nelle valli.