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Ogni anno, in Italia, oltre 120 mila persone muoiono per patologie cardiache. La maggior parte di queste vittime sono persone apparentemente sane che svolgono una vita normale: si alzano, vanno al lavoro, fanno sport, passano del tempo con la propria famiglia. Queste persone non prevedono che la loro vita potrebbe cambiare drasticamente da un momento all’altro. Un modo per prevenire e contrastare simili tragedie è istruire alle tecniche di primo soccorso più persone possibili e distribuire sul territorio un maggior numero di defibrillatori. Il Decreto Balduzzi, che entrerà in vigore il 19 luglio e disciplina l’obbligo per le società sportive di dotarsi di un defibrillatore semiautomatico e di garantire la presenza di persone formate all’utilizzo durante tutte le attività dell’associazione, ha dato un segnale forte di cambiamento mettendo in evidenza tale problema. Ma non è sufficiente definire un obbligo: bisogna cambiare la cultura del soccorso, partendo proprio dai nostri poli di eccellenza dove i giovani forgiano le proprie competenze e per questo dotare in modo organizzato i centri sportivi di defibrillatori deve essere un chiaro segnale di attenzione verso la propria cittadinanza.
In linea con tale decreto, condivisibile in termini di sicurezza e prevenzione, l’assessorato alle politiche sociali della Comunità della Val di Non, guidato da Carmen Noldin, ha provveduto all’acquisto di 20 defibrillatori per altrettanti impianti sportivi della valle, da consegnare in comodato gratuito alle associazioni che vi svolgono la loro attività, nonché alla formazione di oltre 130 volontari, provenienti da 42 enti diversi tra società e federazioni, in collaborazione con il Corpo Volontari della Val di Non. Il Corpo Volontari, associazione con sede a Cles, è ente accreditato alla realizzazione di iniziative formative nell’ambito dell’emergenza e dell’urgenza e per l’uso del DAE (defibrillatore automatico esterno), la cui collaborazione ha permesso la realizzazione di ben sette corsi, grazie ai propri istruttori provinciali e ai docenti esperti operanti nel sistema dell’emergenza. Questa iniziativa rientra, peraltro, negli scopi sociali dell’associazione di volontariato, che oltre all’attività di soccorso e trasporto infermi, opera fin dal 1982 nella formazione ed informazione sanitaria.