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Coordinato dal giornalista trentino Gabriele Buselli, l'appuntamento ha visto anche la partecipazione dei linguisti dell'Università di Trento Ermenegildo Bidese e Federica Ricci Garotti, che hanno illustrato le caratteristiche delle due lingue all'interno del panorama più vasto delle lingue germaniche. I Cimbri e i Mòcheni del Trentino sono stati presentati da esponenti dell'Istituto Cimbro di Luserna e dell'Istituto Culturale Mòcheno che ha sede a Palù del Fersina. I rispettivi direttori, Anna Maria Trenti Kaufman e Mauro Buffa, assieme a Fabio Scalet, dirigente del Dipartimento Affari Istituzionali della Provincia autonoma di Trento, hanno parlato degli strumenti di tutela delle minoranze, delle criticità attuali e delle prospettive future. Dopo un excursus storico-normativo delle comunità di minoranza, dall’accordo Degasperi-Gruber, definito “primo chiodo in parete”, al secondo Statuto del 1971 e alle norme regionali più recenti, si è parlato della frammentarietà della comunità dei cimbri sul territorio (su 1.072 cimbri dichiarati al censimento 2011 solo una parte, circa 280, vivono a Luserna). Importante quindi, è stato detto, è riuscire a mantenere la consapevolezza del valore della propria identità linguistica e culturale e creare una base economica forte, con la considerazione anche del valore economico che può avere la propria lingua di minoranza. Quindi è stata la volta dell’Istituto mocheno, istituzione peculiare della comunità di riferimento, di cui sono stati illustrati scopi e attività. Oltre alla presentazione della gastronomia delle due comunità, non è mancata la descrizione di un prodotto tipico della cultura materiale, il merletto a fuselli, "raccontato" ai presenti dalle sapienti mani di Barbara Pierpaoli di Luserna, maestra di straordinarie creazioni artigianali e artistiche.