Ventitré anni anni dopo, era il 3 febbraio del 1998, la comunità di Cavalese e di Fiemme si è ritrovata per commemorare le vittime del Cermis. Una breve cerimonia nella Chiesa dell’Addolorata a Cavalese, guidata dalle parole del decano, don Albino Dell’Eva.
“La memoria non è un puro esercizio mentale ma un atto di consapevolezza. Impariamo la lezione della storia, che talvolta ci colpisce con durezza. La tragedia del Cermis con i suoi morti non è frutto del caso ma ci insegna, nella sua drammaticità, il valore della vita”, ha ammonito il parroco di Cavalese, Albino Dell'Eva, che ha celebrato la messa.
“Avvertiamo ancora oggi una sensazione di profondo dolore. La tragedia fu dovuta ad errore umano. La commemorazione è dunque il momento della consapevolezza del valore superiore della vita ”, ha ricordato il sindaco di Cavalese, Sergio Finato.
Erano gli anni della guerra del Kosovo e la marina militare americana aveva nella base di esercitazione Aviano, in provincia di Udine, il cuore delle operazioni. Le forze statunitensi si stavano preparando all’offensiva nei Balcani e il volo di addestramento delle 14.36 del 3 febbraio 1998 avrebbe dovuto rientrare in questo protocollo. I piloti portarono il Prowler a bassissima quota, contravvenendo agli ordini, e l’ala del jet tranciò la fune dell’impianto del Cermis. Così si consumò, in modo assurdo, la tragedia costata la vita a 20 persone.
Comune di Cavalese e Provincia Autonoma di Trento si impegnarono restituire la verità ai parenti delle vittime e a ricostruire ancora una volta il futuro di un impianto e di un territorio già segnati da una precedente tragedia.
Da allora, ogni anno, Cavalese ricorda le vittime e i momenti drammatici di un incidente il cui bilancio avrebbe potuto - se possibile - essere ancora più pesante. Il Prowler non precipitò per una serie fortuita di circostanze e rientrò alla base seriamente danneggiato.
La celebrazione religiosa si è conclusa al cimitero dove si trovano due stele, a ricordo anche delle vittime del primo disastro funiviario del Cermis, quello del 9 marzo 1976, in cui morirono 40 persone.