
Gli spostamenti dei popoli non sono fenomeni recenti legati alla globalizzazione. Si tratta di dinamiche in atto da millenni che le fonti storiche e le ricerche degli archeologi ci permettono di conoscere e di approfondire. Ne è un esempio, nell’età del Ferro, l’interazione tra popoli antichi come i Celti, conosciuti anche come Galli, e le popolazioni retiche che abitavano i territori a nord e sud delle Alpi centro-orientali.
Mentre gli storici antichi propongono anche per questo territorio lo stereotipo secondo il quale il popolamento di una regione si formava conseguentemente a una migrazione oppure in seguito alla cacciata delle popolazioni preesistenti, l’archeologia e l’epigrafia rivelano un quadro più articolato.
Le popolazioni celtiche, stanziate non solo in territorio centro-europeo ma anche in ambito padano e le popolazioni alpine, note dalle testimonianze degli autori greci e romani con il nome di Reti, instaurarono una complessa rete di rapporti.
Sono queste le tematiche affrontate e approfondite nel volume “Celti e Reti” di Rosa Roncador attraverso accurate ricerche, studi comparati di materiali e di numerosi reperti custoditi in Italia e all’estero. L’analisi crono-tipologica di elementi dell’armamento (spade, foderi, elmi, cuspidi e puntali di lancia), oggetti di ornamento (fibule, collari, braccialetti, cinture e anelli), produzioni artistiche (dischi, bronzetti, raffigurazioni su armi e oggetti di ornamento), vasellame ceramico e metallico (vasi, situle e ciste), utensili e monete hanno evidenziato le profonde interazioni tra Celti e Reti avvenute a partire dalla fine del VI secolo a.C. fino al processo di romanizzazione (II sec. a.C.). Lo studio evidenzia come il territorio alpino centro-orientale, corrispondente agli attuali Trentino, Alto Adige e Nord Tirolo, svolse fin dai tempi più antichi il ruolo di mediatore tra mondo italico e mondo centro-europeo. Le vallate alpine non si configurarono dunque solo come vie di transito ma anche come luoghi di incontro culturale e di scambio commerciale.
Importanti testimonianze della complessità dei rapporti instauratisi tra Celti e Reti è rappresentata dagli affascinanti reperti esposti al Museo Retico di Sanzeno in Val di Non.
Rosa Roncador, archeologa specializzata in Antichità celtiche, si è laureata in Conservazione dei Beni Culturali presso l'Università degli Studi di Bologna, dove ha conseguito anche la specializzazione e il dottorato di ricerca in Archeologia, con studi relativi alla presenza celtica in ambito alpino centro-orientale durante la seconda età del Ferro. Dal 2005 collabora con l'Ufficio beni Archeologici della Provincia autonoma di Trento. Ha partecipato anche con funzione di coordinamento a progetti di ricerca internazionali tra cui quello dedicato alla ricostruzione sperimentale del "Karnyx di Sanzeno". Dal 2015 è presidente di Alteritas - Interazione tra i popoli. Sezione Trentino.
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