
La legge provinciale 1/2017 prevede infatti che il “Piano cave” individui, per le cave di porfido, la dimensione ottimale dei lotti e i criteri per la loro delimitazione. L’obbiettivo è quello di avere, per le nuove concessioni, lotti di dimensioni significativamente maggiori degli attuali, in modo da renderli autonomi dal punto di vista funzionale, per assicurare la corretta e razionale coltivazione del giacimento e il miglioramento delle condizioni di salute, sicurezza del lavoro e delle condizioni ambientali.
Sulla base delle analisi tecnico-economiche condotte da Trentino Sviluppo, è emerso che per far crescere il valore del distretto e la capacità delle sue aziende di generare profitto, la dimensione estrattiva ottimale annua di un'impresa dovrebbe essere pari a 60.000 metri cubi. Questo volume può essere ridotto fino al 50% per le zone di Fornace, Baselga di Pinè e Lona-Lases, in considerazione delle diverse caratteristiche della roccia, che presenta una lastrificazione più sottile. Il provvedimento adottato oggi ha previsto quindi questi nuovi livelli dimensionali per le cave di porfido. E' stato poi aggiunto un parametro relativo alle dimensioni superficiali dei lotti, che dovrà essere pari a circa tre volte la dimensione attuale.
Il provvedimento adottato oggi dalla Giunta provinciale consentirà, a regime, di superare l'attuale frammentarietà delle aziende con la nascita di imprese più strutturate, di ottimizzare l’utilizzo di strutture e macchinari, e di migliorare significativamente gli aspetti ambientali e di sicurezza delle escavazioni. Il Comitato tecnico interdisciplinare ha espresso parere favorevole sui nuovi livelli dimensionali. La legge prevede che i comuni, sulla base di questi parametri, individuino entro sei mesi i nuovi lotti per le loro aree estrattive. La delimitazione dei nuovi lotti non inciderà sull'esercizio delle concessioni vigenti che andranno a naturale scadenza.