
Si parla di fatica, tanta: il canottaggio è uno sport di sudore e sacrifici, ripagati dal sogno, divenuto ora realtà, di partecipare alle prossime Olimpiadi.
Quatto campioni, diversi per età, origini ed esperienze, uniti dalla stessa passione.
Kiri, australiana di nascita ma italiana per amore, riconosce il divario tra lo sport femminile e maschile in Italia, rispetto alla sua terra di origine, ma si rallegra del fatto che, a differenza dell'Australia, in Italia gli atleti del canottaggio si allenino assieme, uomini e donne, una vera "big family", così la definisce Kiri con un gran sorriso.
Aisha, giovanissima ma molto determinata, sottolinea come il sogno di partecipare alle Olimpiadi azzeri il peso di ogni sacrificio, anche il fatto di rinunciare alle uscite con le amiche, non sempre facile a vent'anni.
Stefano riconosce gli sforzi ed i progressi compiuti dalla Federazione, che gli hanno permesso di approdare al centro Federale di Piediluco dalla natia Sardegna.
Infine Pietro, il veterano, reduce da un quarto posto a Rio, che ricorda ancora oggi con rabbia, e pronto al riscatto a Tokyo 2020, dove promette, simpaticamente, di tagliare la barba da perfetto hipster in cambio di una medaglia.
"Ci impegniamo al 200%", chiosa Pietro, e parla davvero a nome di tutti e quattro.