
In Trentino la rete della distribuzione diffusa si è consolidata, con 1000 richiedenti asilo che vivono attualmente in appartamenti e piccole strutture di accoglienza. Rimane però da ridurre le presenze nei due centri maggiori di Trento e di Rovereto. La Provincia sta lavorando in questa direzione e proseguirà nel suo impegno secondo una programmazione già fissata nelle sue linee generali. “Il problema – ha detto l’assessore al vescovo nel corso della visita di stamani a Marco – è che molti richiedenti asilo si stanno inserendo positivamente nella comunità grazie alle opportunità formative e di inclusione offerte dal progetto di accoglienza. Questo radicamento nel tessuto locale, diretta conseguenza dell’impegno degli operatori e della qualità del progetto trentino, spinge i migranti a voler restare nella zona di Rovereto, un’ipotesi non sempre compatibile con la logistica delle strutture e degli appartamenti che si rendono man mano disponibili. Ma per funzionare, il sistema deve prevedere elasticità e disponibilità da parte di tutti i soggetti coinvolti. Al momento, comunque, il proseguimento delle attività nella zona di Marco sembra essere, per le persone accolte, più importante delle condizioni abitative; ciò nonostante, stiamo lavorando per apportare le opportune migliorie al Campo, alcune delle quali saranno ultimate a breve. Ciò nel rispetto della dignità di tutti, e nella consapevolezza che una situazione così complessa può essere gestita efficacemente solo se i diversi attori del sistema cooperano strettamente e si impegnano a trovare soluzioni concrete alle diverse esigenze che via via si manifestano”.