Fautore di un ruolo attivo dei governi in economia e, soprattutto, a sostegno della crescita economica è Barry Eichengreen, docente di economia dell'Università di Berkeley (California): "I governi devono sostenere la crescita ma oggi non stanno portando avanti gli interventi più giusti. E' necessario cambiare modalità e strategie per sopperire al mercato: non servono sussidi alle imprese ma alle attività di ricerca e sviluppo; la politica industriale deve sostenere la piccola e media impresa ed i cluster industriali. Infine, la crescita economica richiederà maggior sostegno alla formazione e istruzione".
Francesco Caselli, docente di Economia alla London School of Economics, sottolinea la difficoltà dei governi europei ad intervenire con economie in grado di rilanciare la crescita economica: "Serve una politica industriale in grado di individuare il settore in grado di trainare il resto dell'economia. Ma questo è solo un primo, superficiale approccio. La crescita è però il risultato di alcuni caratteri che, messi assieme, sono in grado di rilanciare il volano economico: concorrenza, competenza, infrastrutture e legalità".
Alleggerimento della pressione fiscale per far ripartire i consumi, e liberalizzazione dei mercati: è questa la ricetta dell'imprenditore e, in particolare, di Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato di Vodafone Italia. Bertoluzzo insiste, infine sugli indicatori aziendali legati alla produttività e flessibilità, merito e performance: "Indici che vedono l'Italia troppo indietro nella classifica internazionale".
Il ruolo di "pessimista della giornata" spetta ad Alessandro Profumo, ex ad di Unicredit: "Per cresce bisogna che la cosa sia viva. Servono decisioni forti e rapide, non possiamo aspettare o interrogarsi sui possibili effetti degli interventi, perché rischiamo di vedere l'Europa cadere. I governanti e i banchieri devono sono chiamati ad assumersi il rischio di intervenire. Per fortuna, nel caso della Grecia, ci sono le elezioni e saranno gli elettori a decidere sulla permanenza dentro la Comunità europea. Non c'è più tempo perché presto potrebbe toccare a Portogallo, Spagna e, forse, Italia.
Quanto al sistema bancario, Profumo non ha dubbi: "Il sistema economico deve essere meno bancocentrico" e difende le banche, accusate di non prestare denaro in momenti di crisi: "Alla banche non conviene prestare soldi. In futuro le aziende avranno meno banche di riferimento e le banche avranno meno clienti".
ll ruolo difficile di difensore delle Banche centrali tocca a Benoît Cœuré, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea: "Siamo noi a garantire la crescita a medio e lungo termine. L'euro è stato di enorme vantaggio ai paesi europei e dell'area mediterranea, ma ora dobbiamo stabilizzare questa moneta e favorire la libera circolazione di capitali tra Paesi, così come migliorare il mercato finanziario e dei capitali".
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