
Trento, 9 aprile 2015 – Un nuovo traguardo del welfare generativo, non più amministrato e finanziato dallo Stato ma da una rete di attori sul territorio, sostenuta da alleanze locali, forme di associazionismo e dai Distretti famiglia, dove l'azione sinergica pubblico e privato viene remunerata in termini di aumento del benessere e di maggior efficienza del sistema sociale ed economico produttivo. L'evento ha preso in esame il passaggio dinamico tra welfare state e welfare di comunità sostenuto dalla sinergia tra soggetti privati, pubblici, terzo settore, no profit e da un sistema coeso composto da Distretti sociali, Distretti famiglia e Distretti per l'economia solidale. Da questa premessa ha preso le fila il convegno "Welfare generativo", con il saluto da parte del dirigente dell'Agenzia per la famiglia Luciano Malfer e un preludio musicale offerto dagli studenti del Liceo Bomporti di Trento.
Ha preso quindi la parola Ileana Olivo del Dipartimento provinciale Salute e solidarietà sociale che è intervenuta con la presentazione di un esempio concreto di sinergia pubblico/privato in Trentino, che va a sostituirsi all'azione dell'ente pubblico, portando il caso del Distretto dell'economia solidale (DES) "inteso quale circuito economico a base locale capace di valorizzare le risorse territoriali secondo criteri di equità sociale e sostenibilità socio-economica per la creazione di filiere di finanziamento, produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi. E ha proseguito: "il distretto che oggi presento nasce "dal basso", non dall'ente pubblico, è una risorsa per il territorio in quanto genera ricchezza e sostiene la società rappresentata dai soggetti "più deboli". Tanto è stato già fatto, come l'inserimento lavorativo dei soggetti fragili; la "fattoria sociale" che è finalizzata a dare incentivi agli imprenditori agricoli per includere in organico i lavoratori cosiddetti deboli. Gli ingredienti imprescindibili del distretto dell'economia solidale sono integrazione con il territorio, valorizzazione delle risorse e sinergia privato con privato no profit, mentre i suoi punti di forza stanno nel redifinire il senso dell'intervento pubblico, ottimizzare la gestione del flusso di finanziamenti, valorizzare risorse e creatività sul territorio e creare alleanze tra i soggetti".
Claudio Gramaglia referente dell'associazione "Veneto Responsabile" ha preso in esame il ruolo strategico della "Responsabilità sociale di impresa" che, quando introdotta in una realtà privata di tipo imprenditoriale, apporta un valore aggiunto alla società, creando valore condiviso tra gli interessi dell'azienda e quelli della comunità ed è orientato al benessere e alla crescita di quest'ultima. "Come sappiamo – ha esordito - la Responsabilità sociale d'impresa è l'ambito riguardante le implicazioni di natura etica all'interno della visione strategica d'impresa: è una manifestazione della volontà delle imprese di gestire efficacemente le problematiche d'impatto sociale ed etico al loro interno e nelle aree di attività. L'azienda deve fatturare, non c'è alcun dubbio – ha detto – ma può creare valore anche per gli stakeholders che vivono nella società, attivare alleanze con il terzo settore, il mondo no profit e le associazioni familiari. E può farlo generando comunque business: porto l'esempio della Olivetti che ha fatto di questa corrente di pensiero la sua mission mettendo al centro del suo business non il fatturato, ma il benessere dei suoi dipendenti e delle loro famiglie."
Paolo Nascivera di Trentino Marketing Spa è intervenuto al meeting portando un esempio di welfare di comunità, che sostituisce il welfare state, esplicitato nel progetto Ski family portato avanti con l'Agenzia per la famiglia: "il progetto ha coinvolto 7 stazioni sciistiche per un accordo comune finalizzato a creare una offerta tutta "family", un pacchetto vantaggioso per le famiglie per offrire loro la possibilità di sciare insieme a prezzo conveniente, cioè paga il biglietto solo un adulto (padre o madre) e i figli fino ai 18 anni sciano gratis. Siamo alla 5' edizione e anche quest'anno abbiamo registrato un successo importante: oltre 1.700 voucher emessi a 4.500 famiglie con il coinvolgimento di quasi 20.000 persone. Numeri che confermano la bontà del servizio e della sua sostenibilità economica: i figli sciano gratis ma con la famiglia spesso soggiornano 3-4-5 giorni, creando e stimolando un indotto economico nel pernottamento non da poco. 65 euro a media per famiglia è la spesa – ha proseguito – per un totale di 112.000 euro di guadagno fra tutte e sette le stazioni in una stagione invernale".
Roberto Vettori della cooperativa Progetto 92 ha presentato il neonato progetto dal titolo "Jobs4NEET" che si inserisce nell'ambito del "Distretto dell'economia solidale" attivato dalla cooperativa ed è l'ennesimo esempio di progetto partito "dal basso" e non dall'ente pubblico per il benessere della comunità. "Jobs4NEET è un percorso di tirocinio, che si esplica in un progetto innovativo di inclusione sociale e lavorativa per giovani con difficoltà in fascia 15-29 anni per offrire loro una chance di opportunità formativa e professionalizzante. Le attività avviate sono state molteplici in tale ottica – ha chiosato – con il Muse (abbiamo realizzato la loro serra esterna), avviato laboratori di falegnameria e di assemblaggio, attività professionalizzanti con Cinformi, l'azienda agricola vivaistica Detassis di Ravina e, di recente, portiamo avanti attività di fund raising per dare ulteriori opportunità di futuro e di crescita ai nostri giovani al motto: "Seminiamo fiducia, coltiviamo speranza per raccogliere opportunità". Anna Michelini della Fondazione Opera famiglia materna ha presentato infine il progetto "Le Formichine": "frutto di un accordo sottoscritto nel 2008 tra il comune di Rovereto, la nostra fondazione e la cooperativa Punto d'approdo – ennesimo esempio di partnership tra pubblico e privato con predominanza di quest'ultimo per il welfare della comunità - per offrire percorsi professionalizzanti per donne in difficoltà sociale o economica, con particolare riferimento alla Vallagarina, zona fortemente segnata dalla disoccupazione femminile. (an)
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