Al progetto di ricerca hanno aderito 7 imprese private, 5 cooperative e 6 enti pubblici e i risultati raggiunti attraverso l'applicazione della misure Family Audit hanno avuto un impatto positivo netto e deciso sulla vita personale, familiare e lavorativa dei dipendenti – sono 22.000 i lavoratori coinvolti sul territorio provinciale – ma anche dei loro partner conviventi, in una ricerca innovativa anche a livello europeo. In rappresentanza dell'Agenzia provinciale per il lavoro, Lucia Claus, responsabile del progetto, ha sottolineato la crescita costante in termini di andamento dello standard Family Audit a livello locale: su 118 organizzazioni che hanno partecipato al progetto, 44 sono state coinvolte a livello nazionale e ben 84 in territorio trentino.
"Il principale obiettivo della ricerca" – ha spiegato Elena Macchioni – "è il calcolo dell'impatto prodotto dalle misure Family Audit su tre ambiti della vita dei dipendenti: l'ambito personale, quello familiare e quello relativo all'ambiente lavorativo". I dati presentati oggi sono stati rilevati attraverso l'analisi di 1027 questionari. I diversi dispositivi di conciliazione che sono stati introdotti in Trentino incidono in maniera decisa sulla percezione del benessere nelle sue tre sfere e ciò accade in maniera differenziata a seconda degli strumenti introdotti. La flessibilità si rivela un dispositivo molto efficace, considerando specialmente la sfera delle relazioni familiari. L'utilizzo della flessibilità ha infatti un forte riscontro positivo nella sfera personale e il benessere a questo livello va poi a incidere su quello familiare.
"Queste tre sfere di benessere" – ha puntualizzato Vincenzo Marrone – "costituiscono un cerchio: esse si rimandano, infatti l'un l'altra e il benessere lavorativo, secondo questo principio, determinerà quello familiare e personale. L'utilizzo di strumentazione tecnologica e, in parte minore, di aiuti monetari, si associano maggiormente al miglioramento del senso di appartenenza all'azienda e al sistema delle relazioni lavorative. Chi ha la possibilità di usufruire della flessibilità associata ad altri dispositivi presenta percezioni di miglioramento molto elevate su tutte le sfere del benessere, a dimostrazione che una proposta articolata di conciliazione famiglia-lavoro può portare ottimi risultati."
A questo proposito, è fondamentale che le imprese ricordino la centralità del dipendente: le misure di conciliazione sono efficaci laddove siano personalizzate e partano dai bisogni reali della popolazione aziendale. "Il dipendente e il suo partner si accorgono della flessibilità dell'organizzazione aziendale e questo è il dato più importante" ha concluso Luciano Malfer, dirigente dell'Azienda provinciale per la famiglia. -