«La preoccupazione principale - racconta Enrico Bolla, amministratore delegato di Bertagni 1882 - era rendere i lavoratori consapevoli della situazione. L’obbligo non è mai bello. Se dici a qualcuno che deve fare qualcosa, senza dare spiegazioni, si blocca. Importante era quindi rendere tutti consapevoli. Si sono responsabilizzati ad una velocità incredibile». L’azienda ci è riuscita creando una chat dedicata all’emergenza, avviando colloqui personali e facendo uso anche di cartellonistica all’interno delle aree di produzione. «Non è ovvio che io mi rivolga ad un mio collega con la mascherina indossata perfettamente, che non gli metta una mano sulla spalla, che mantenga da lui un metro di distanza. Tanti comportamenti vengono metabolizzati nel tempo e aver mantenuto un continuo dialogo ha velocizzato questo processo». Si è fatto leva sul senso di responsabilità non solo verso il consumatore, ma anche e soprattutto verso i propri colleghi. «Stiamo imparando ad essere tutti molto più rispettosi. Questo nuovo comportamento può diventare una nuova normalità: avere più rispetto per il prossimo è una parte che non dobbiamo perdere».
Bertagni 1882, che lavora per il 95% con l’estero, in questo periodo ha visto aumentare gli ordini anche del 40%. Un’impennata improvvisa e vertiginosa, difficile da sostenere. «Se avessimo avuto tre fabbriche, anziché due, in questo momento le avremmo fatte funzionare tutte. In questo senso è stato importantissimo quello che abbiamo preparato l’anno scorso con Trentino Sviluppo, perché il fatto di avere avviato altre due linee produttive nel 2019, una che è partita a luglio e l’altra a fine anno, è stato fondamentale per affrontare questa fase di emergenza». Un’attenzione verso lo stabilimento di Avio, suffragata anche dai numeri: 12 milioni di euro investiti nel solo biennio 2017-2019. Importante in questo momento di difficoltà, secondo Bolla, è anche la consapevolezza di poter contare sul sostegno dell’intero sistema provinciale. «La Provincia, Trentino Sviluppo, così come Confindustria Trento, ci hanno fatto sentire la loro vicinanza. Sapere che ci sono è fondamentale». (g.n.)
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Immagini ed interviste a cura dell’Ufficio stampa