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Uno dei compiti prioritari della Fondazione Dolomiti UNESCO è diffondere la conoscenza del territorio e promuoverne la valorizzazione.
Per questo la Fondazione attraverso le Reti della geologia e delle Aree protette aveva avviato uno studio preliminare per realizzare punti informativi del Bene Naturale UNESCO in aree hot spot delle Dolomiti.
Nell'ambito dello studio finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, sono state individuate varie tipologie di allestimenti per rendere "leggibile" la storia geologica delle Dolomiti a partiredagli hot spot: grandi itinerari, balconi panoramici, osservatori dai quali apprezzare più facilmente le valenze geologiche e paesaggistiche che hanno reso le Dolomiti Patrimonio dell'Umanità.
Questo balcone panoramico è uno dei primi che sono stati realizzati ed è posto presso l'ex arrivo della slittovia Panzer in località Tognola, a 2036 m slm, primo impianto di risalita esistente nell'area di San Martino di Castrozza, costruito nel lontano 1937.
La struttura offre una visione d'insieme sul gruppo delle Pale ed è attrezzata con un adeguato percorso interpretativo, ad elevata accessibilità e idoneo allo svolgimento di attività didattiche.
L'intervento ha previsto anche una sistemazione ambientale del luogo, intesa come consolidamento dei ruderi dell'arrivo dell'ex slittovia Panzer, murature in pietra di notevole pregio costruttivo.
Il Balcone di Tognola è posto in un luogo strategico per il panorama mozzafiato offerto sul Gruppo delle Pale di San Martino. Inoltre la visuale si spinge anche sulla Marmolada, sulle Dolomiti Feltrine e alle spalle offre una visuale su parte del Gruppo del Catinaccio e del Lagorai.
Il balcone panoramico non sarà pienamente utilizzabile nei mesi invernali, in quanto, non prevedendo alcun tipo di copertura, la neve potrà ricoprire la struttura compromettendone la leggibilità. È anche vero che la favorevole esposizione solare e la frequente attività eolica potrebbero rendere facilmente utilizzabile la struttura in modo completo ed essere visitata quindi dai freeride e dai ciaspolatori che già frequentano spesso questi luoghi.
L'Ufficio Tecnico dell'Ente Parco ha curato il rilievo e la progettazione del sito, su delega del Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette della Provincia Autonoma di Trento che ha finanziato l'intervento. I lavori sono stati realizzati in economia dalle maestranze del Parco.