I bambini in età prescolare apprendono le lingue straniere con facilità e piacere. Lo confermano gli esiti di una ricerca sulla ricaduta dell'accostamento precoce alla lingua straniera nella scuola dell'infanzia, illustrati nei giorni scorsi in due seminari organizzati dall'Ufficio Infanzia della Provincia. Lo studio, commissionato a Michele Daloiso dell'Università Cà Foscari di Venezia, era finalizzato a comprendere se e in quale misura l'esposizione alla lingua straniera porta benefici ai bambini in termini di competenza linguistica. I dati raccolti hanno riguardato un campione di circa 200 bimbi di età compresa tra i 5 e i 6 anni al termine del percorso triennale di sensibilizzazione linguistica, promosso nell'ambito del progetto Prisma, nelle scuole di San Martino e Povo per l'inglese, Cles e Gardolo per il tedesco.
La ricerca ha inteso inoltre approfondire la conoscenza dei processi linguistici in età prescolare, relativi alle capacità di comprensione e produzione di una lingua straniera, dopo un'esposizione frequente attraverso attività, giochi e routines proposte parlando esclusivamente in tedesco o in inglese.
I dati raccolti, positivi e spesso sorprendenti, confermano la validità del progetto Prisma che, a partire dal 1998, ha progressivamente esteso le attività di accostamento alla seconda lingua al 50% dei bambini attualmente frequentanti le scuole dell'infanzia provinciali.
La ricerca ha dimostrato che ai più piccoli le lingue non vanno "insegnate" in maniera tradizionale, al contrario vanno create le condizioni, affinché essi vengano esposti alle lingue in maniera naturale. Grazie all'azione di insegnanti adeguatamente formati dal punto di vista linguistico e metodologico, è possibile dunque "sensibilizzare" i bambini alle lingue, creando situazioni comunicative e di gioco in cui viene "veicolata" una lingua diversa, che i bambini adottano conseguentemente in modo spontaneo.
Gli esiti della ricerca, accanto alle rilevazioni sul campo degli insegnanti e da chi a vari livelli segue la sperimentazione, spingono a continuare sulla strada intrapresa, sia per quanto riguarda l'importanza di un investimento precoce sulle lingue straniere, che per quanto riguarda la metodologia sviluppata all'interno del progetto di sperimentazione.
Imparare le lingue è senza dubbio un compito lungo e complesso, ma le neuroscienze attestano che fra i 3 e i 6 anni il cervello è particolarmente predisposto ai processi necessari. Dati scientifici confermano che la lingua non è solo un mezzo di comunicazione, ma anche un importante strumento del pensiero che può contribuire all'educazione generale del bambino sul piano cognitivo, relazionale, semiotico, culturale ed interculturale. (c.ze.) -
Presentati a Trento gli esiti di una ricerca condotta dall'Università Cà Foscari di Venezia
BAMBINI PLURILINGUE NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA
Sono stati illustrati nei giorni scorsi, in occasione di due seminari organizzati dall'Ufficio Infanzia della Provincia, gli esiti di una ricerca scientifica sulle ricadute dell'accostamento precoce alla lingua straniera nella Scuola dell'Infanzia. La ricerca, condotta da Michele Daloiso dell'Università Cà Foscari di Venezia, e commissionata dall'Ufficio provinciale competente, è stata avviata nell'anno scolastico 2012-2013 e ha riguardato circa 200 bambini. Lo studio ha inteso approfondire la conoscenza dei processi linguistici in età prescolare, attraverso la messa a punto di uno strumento di rilevazione su base scientifica. I risultati dello studio hanno messo in evidenza riscontri positivi riferiti alle capacità di comprensione e di produzione sviluppate dai bambini della scuola dell'infanzia al termine del percorso triennale di sensibilizzazione linguistica promosso nell'ambito del Progetto Prisma.-