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“Abbiamo perso perché non abbiamo fatto abbastanza per i poveri, non siamo stati sufficientemente incisivi sulle pensioni e non siamo stati in grado di creare la giusta empatia con l’elettorato del sud - ha spiegato il docente di economia politica dell’Università degli Studi di Milano - individuare nella cancellazione dell’articolo 18 il motivo principale della salita al potere della Lega e dei Cinque Stelle non è corretto, tant'è vero che non è stato rimesso e non mi pare sia un tema al centro del dibattito. Di fatto abbiamo creato tantissimi posti di lavoro, d’accordo non si tratta di posizioni blindate, ma è così anche nei Paesi europei diciamo più sviluppati di noi. Il lavoro a tempo indeterminato al giorno d’oggi è un privilegio per pochi. Un altro errore che abbiamo commesso è da ricercarsi nel ritardo con cui siamo arrivati alla definizione del reddito di inclusione e di conseguenza nella scarsa visibilità che siamo riusciti a dare a quella riforma che, di fatto, aveva anticipato il reddito di cittadinanza”.