Il concorso «È ora di premiare la qualità» è promosso per dare modo alle organizzazioni sanitarie di mettere in evidenza esperienze e progetti significativi per migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi offerti e accrescere la soddisfazione dei pazienti e la motivazione degli operatori sanitari. I tre ospedali finalisti di quest’anno sono stati l’ospedale Santa Chiara di Trento, l’Istituto Europeo Oncologico di Milano e l’ospedale Oglio Po di Cremona. La commissione valutatrice – formata da esperti nei temi di organizzazione e qualità delle cure tra cui Marina Davoli, direttore scientifico del Programma Nazionale Esiti (PNE) dell’Agenzia nazionale per i servizi regionali (Agenas), Nino Cartabellotta presidente Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze (GIMBE), Antonio Bonaldi presidente di Slow medicine e Paul Chang vicepresidente della JCI – al termine dei lavori di presentazione dei tre progetti ha proclamato vincitrice dell’edizione 2016 l’Unità operativa di medicina interna dell’ospedale Santa Chiara di Trento per il valore, la consistenza e la trasferibilità in altri contesti ospedalieri del lavoro svolto.
Il progetto realizzato all’Ospedale di Trento dall’Unità operativa di medicina interna e operativo dal 2014 ha riguardato la riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera di una grande sezione di degenza dove sono state create aree di ricovero in grado di dare risposte differenziate e personalizzate in base alla gravità clinica dei pazienti. Sono state previste: l’alta intensità di cura (rossa) per i pazienti più gravi con necessità di cure da effettuarsi in breve tempo, la media intensità di cura (gialla) per i pazienti con problemi urgenti, ma in condizioni non gravi e la bassa intensità di cura (verde) per pazienti in fase di miglioramento o post acuti per i quali organizzare una dimissione protetta a domicilio in termini di assistenza infermieristica o sociale o in attesa di lungodegenza.
Nell’articolato percorso di riorganizzazione per rendere operative le nuove modalità assistenziali è stato introdotto l’approccio multidisciplinare centrato sul paziente con l’interazione da un lato con i professionisti dell’Unità operativa pronto soccorso e medicina d’urgenza e dall’altro con i professionisti delle altre attività specialistiche dell’ospedale. È inoltre stato introdotto uno strumento volto a supportare il personale nella valutazione della gravità clinica dei pazienti e a orientare gli interventi di terapia necessari. Lo strumento è il News, National early warning score, derivato dall’esperienza degli ospedali inglesi e testato a Trento per la prima volta in Italia.
I risultati di oltre due anni di attività hanno documentato che la nuova organizzazione ha permesso di migliorare la qualità e la sicurezza delle cure riducendo in modo sostanziale l’incidenza degli aggravamenti inaspettati dei pazienti ricoverati e migliorando nel complesso le cure erogate sia ai pazienti più gravi sia a quelli in fase post acuta in attesa di dimissione.
L’intero processo di riorganizzazione ha richiesto il coinvolgimento di tutto il personale sanitario, medici, infermieri, operatori sanitari e segretarie, che hanno avuto il merito di cimentarsi con un profondo cambiamento organizzativo realizzandolo con un intenso e non facile lavoro di cambiamento.