Questi interventi, previsti dalle disposizioni attuative delle Linee guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali, approvate lo scorso marzo dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni, sono finalizzati al miglioramento della qualità della vita e della corretta interazione uomo-animale.
«Sono sempre più numerosi gli studi che confermano come il contatto con un animale – evidenzia l'assessore Zeni – possa rappresentare un aiuto per i pazienti, specie se bambini o anziani, migliorando le condizioni fisiche, emotive e sociali della persona. La pet-therapy affiancandosi alle terapie mediche, è una possibilità in più per migliorare la qualità di vita e le condizioni fisiche delle persone, aiutando chi si trova in particolari condizioni di disagio».
L’introduzione dell’attività assistita con gli animali, nell’Unità operativa di protonterapia e in quella di oncologia medica e radioterapia dell’ospedale Santa Chiara di Trento è stata fortemente voluta dagli operatori sanitari, dopo una positiva esperienza effettuata nel day hospital dell’Unità operativa di pediatria. Attualmente l’attività di pet-therapy in Pediatria è temporaneamente sospesa a causa di lavori di ristrutturazione ma riprenderà non appena questi saranno conclusi.
La pet-therpy è effettuata da figure professionali appositamente formate a garanzia della tutela delle persone e degli animali coinvolti. Saranno interessati dall’attività i pazienti giudicati idonei dai medici, i quali incontreranno animali di piccola o media taglia, come conigli o cani addestrati, sottoposti a rigidi controlli veterinari. L’associazione Zampa Amica, guidata da Katia Bertoldi, esperta in interventi assistiti con gli animali, ha collaborato con passione all’avvio del progetto e alla stesura dei protocolli di sicurezza, garantendo anche l’idoneità degli animali a tale attività.
I risultati di alcuni recenti progetti, dimostrano che la relazione con l’animale riaccende l’interesse verso gli altri, attraverso stimoli sensoriali tattili e visivi, creando un’empatia che induce anche pazienti depressi o in isolamento sociale a reagire verso la loro situazione. Inoltre, in ambito pediatrico, riduce sensibilmente i livelli di stress dei piccoli degenti, aiutandoli ad accettare e superare meglio momenti spesso traumatici.
Nell’Unità operativa di protonterapia l’attività è inserita in un più ampio progetto aziendale di qualificazione del tempo che il bambino con problematiche oncologiche trascorre in ospedale. La finalità è di aiutare i piccoli ad adattarsi e vivere l’esperienza ospedaliera nel modo più sereno possibile.
Un particolare ringraziamento va a tutti coloro che, con le loro donazioni, hanno contribuito all’introduzione della pet-therapy nelle strutture dell’Apss e in particolare a Serena e Luigi Ippolito, genitori di Giulia prematuramente scomparsa l’anno scorso e all’Associazione 27 Giugno onlus.