“Il sangue e i suoi componenti – commenta l’assessore Segnana – sono prodotti terapeutici indispensabili perché rappresentano la terapia di supporto in molte patologie, oltre alle emergenze. La Provincia raggiunge ogni anno l’obiettivo dell’autosufficienza grazie anche alla preziosa attività svolta dalle associazioni di volontariato operanti sul territorio, al punto da poter cedere parte del sangue raccolto ad altre Regioni che non raggiungono l’autosufficienza e che ne fanno richiesta”.
Per quanto concerne la programmazione della raccolta, in funzione dell’obiettivo di mantenere il livello di autosufficienza provinciale e nazionale, esso è stabilito in 25.000-26.000 unità all’anno; al raggiungimento di tali volumi di produzione dovranno contribuire tutte le strutture della Rete trasfusionale provinciale.
Tale volume di raccolta permette attualmente alla PAT di essere, in termini di percentuale assoluta, al primo posto in ambito nazionale nel concorso all’autosufficienza nazionale di emazie concentrate.
Per confermare questo risultato, sono fondamentali:
- la fidelizzazione dei donatori attivi;
- la valorizzazione delle attività di sensibilizzazione e reclutamento alla donazione svolto dalle associazioni;
- il ricambio generazionale dei donatori;
- il mantenimento della raccolta sangue nelle sedi di Valle, che ha sempre contribuito a più del 50% della raccolta complessiva del Trentino;
- il mantenimento dell’attività di lavorazione degli emocomponenti in Trentino, che è particolarmente importante per il mantenimento di una rete di Ospedali sul territorio.
Sul fronte della sicurezza delle trasfusioni il Piano pone, per il triennio 2019-2021, alcuni obiettivi specifici:
- la formazione continua del personale dei dipartimenti clinici sulle procedure trasfusionali e la qualità documentale, avvalendosi anche del corso FAD (Formazione a distanza) predisposto dall'APSS, aggiornato con le novità contenute nel decreto ministeriale 2 novembre 2015;
- la formazione di nuovo personale sia APSS che Associativo secondo le procedure stabilite dal Servizio Trasfusionale;
- il monitoraggio delle attività trasfusionali, degli eventi avversi, degli errori e dei near miss con report annuale al Comitato Buon Uso del Sangue (CoBUS).
Nel corso degli anni si è succeduto un continuo aggiornamento della normativa nazionale che ha evidenziato la necessità di adeguare il sistema trasfusionale agli standard europei, di riorganizzare le strutture trasfusionali secondo modelli di efficienza, di promuovere tutti gli aspetti legati alla sicurezza della donazione e della trasfusione del sangue, di sviluppare le capacità professionali sia nel settore produttivo che in quello clinico-assistenziale, ponendo particolare attenzione all’utilizzo appropriato del sangue e dei suoi componenti e derivati.