Gli autori, Filippo Trentini, Piero Poletti, Stefano Merler e Alessia Melegaro, hanno costruito un modello per descrivere i trend epidemiologici del morbillo in nove paesi, che nel complesso presentano un’ampia varietà di caratteri: Australia, Etiopia, Kenya, Irlanda, Italia, Corea del Sud, Singapore, Regno Unito, Stati Uniti.
Lo studio estende un approccio sviluppato dai ricercatori FBK che mostra come le dinamiche di trasmissione del morbillo dipendono fortemente dalle caratteristiche socio-demografiche di un paese oltre che dalle politiche vaccinali.
“Relativamente al nostro Paese”, spiega Stefano Merler, responsabile dell’Unità di ricerca DPCS (Dynamical Processes in Complex Societies) della FBK, “lo studio dimostra che partire dai primi anni 80 il vaccino contro il morbillo ha fatto guadagnare nel complesso agli Italiani circa un milione di anni di vita, grazie al fatto che si sono evitate la malattia e le sue complicazioni. Tuttavia, l’effetto congiunto della sotto-immunizzazione e dell’invecchiamento della popolazione mette a serio rischio l’obiettivo dell’eliminazione del morbillo in Italia. Per evitare il morbillo serve una copertura vaccinale del 95%, in Italia siamo circa all’85%. Le basse coperture vaccinali ottenute in passato e l’assenza di strategie per coprire le fasce d’età adulte finirà per pesare particolarmente nel nostro Paese, dove già oggi l’età media di chi si ammala di morbillo, circa 25 anni, è doppia rispetto a quella del Regno Unito”.
“Il piano nazionale italiano per l’eliminazione del morbillo”, sottolinea Piero Poletti, ricercatore dell’Unità DPCS della FBK, “si prefiggeva lo scopo di interrompere nel nostro Paese la trasmissione dell’infezione entro la fine del 2015. Tuttavia negli ultimi dieci anni il morbillo ha continuato a circolare in Italia, colpendo sempre più adolescenti e adulti. Tutti gli sforzi che vanno nella direzione di aumentare le coperture vaccinali nei bambini sono necessari per evitare l’accumulo di nuovi suscettibili. Secondo le nostre stime ci sono però oggi in Italia circa 3 milioni di persone tra i 15 e i 40 anni non protette contro il morbillo: un bacino di suscettibilità sufficiente a sostenere la trasmissione del morbillo per i prossimi decenni e provocare nuove epidemie di morbillo, simili a quella che ha colpito il nostro Paese negli ultimi mesi”.
Lo studio di Fbk dimostra che dai primi anni '80 il vaccino ha fatto guadagnare nel complesso agli Italiani circa un milione di anni di vita
Anche gli adulti a rischio morbillo. In Italia 3 milioni i non protetti fra i 15 e i 40 anni.
Le vaccinazioni in età prescolare e scolare potrebbero addirittura non essere sufficienti ad assicurare nei prossimi anni la piena protezione sanitaria della popolazione italiana contro il morbillo. Il 56% dei casi di morbillo registrati nel nostro Paese dall’inizio del 2017 riguarda infatti individui nella fascia d’età compresa fra i 15 e i 39 anni, un altro 18% interessa soggetti fra i 40 e i 64 anni. In futuro, l’evoluzione demografica del Paese renderà il fenomeno ancora più evidente: il morbillo colpirà una popolazione sempre più adulta.
È uno dei risultati contenuti nello studio scientifico “Measles Immunity Gaps and the Progress Towards Elimination: a Multi-Country Modelling Analysis” pubblicato questo mese sulla rivista di settore "The Lancet Infectious Diseases" a cui hanno lavorato ricercatori della Fondazione Bruno Kessler di Trento in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano.
È uno dei risultati contenuti nello studio scientifico “Measles Immunity Gaps and the Progress Towards Elimination: a Multi-Country Modelling Analysis” pubblicato questo mese sulla rivista di settore "The Lancet Infectious Diseases" a cui hanno lavorato ricercatori della Fondazione Bruno Kessler di Trento in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano.