Dopo avere illustrato il percorso che ha portato il Trentino ad avere circa un terzo del territorio classificato come “area protetta”, soffermandosi su alcuni momenti particolarmente significativi come l’adozione nel 1967 del primo Piano urbanistico provinciale, l’istituzione nel 1988 dei due parchi naturali provinciali, l’Adamello Brenta e il Paneveggio Pale di San Martino, e arrivando infine alla legge 11/2007, che ha istituito la rete delle aree protette, il vicepresidente ha illustrato le strategie del Trentino per conciliare la conservazione degli elementi naturali e la lotta alle emissioni climalteranti con le esigenze del vivere in un territorio alpino, in linea anche con le indicazioni previste dalla Commissione Europea.
Numerosi sono infatti i segnali dell’emergenza climatica anche in Trentino: il sensibile aumento delle temperature, eventi meteorologici estremi più intensi, l’accelerazione del ritiro dei ghiacciai, l’innalzamento del limite delle nevicate. Tutte modifiche che causano impatti non solo sull’ambiente e sugli ecosistemi, ma anche su importanti settori socio-economici, come l’agricoltura, il turismo e la produzione di energia idroelettrica, sulla salute umana e sulla sicurezza della popolazione, e su risorse, finora ritenute garantite, come acqua e suolo.
È necessario quindi intervenire con urgenza anche a livello locale, implementando opportune misure di mitigazione e adattamento, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas climalteranti e, allo stesso tempo, diminuire la vulnerabilità e aumentare la resilienza del territorio, per affrontare gli inevitabili impatti del clima che cambia.
“Trentino Clima 2021–2023” è il programma di lavoro approvato dalla Giunta provinciale ad inizio agosto, coordinato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, che porterà all'adozione di una “Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici”. Le misure di mitigazione che saranno incluse nella Strategia sono affidate al nuovo Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP) 2021-2030, recentemente approvato, mentre le misure di adattamento saranno integrate nei piani e programmi provinciali di settore.
Soprattutto in tema di adattamento è auspicabile inoltre proseguire nella direzione di un forte coordinamento a livello macro-regionale, in ambito Eusalp, per offrire risposte condivise e sinergiche alla sfida dell’emergenza climatica, soprattutto sul versante dell’interazione tra cambiamenti climatici e pericoli naturali.
Grande importanza sarà data inoltre alle attività di comunicazione e sensibilizzazione rivolte in particolare ai giovani e alle scuole, grazie anche al ruolo del Forum provinciale per i cambiamenti climatici, promosso dalle realtà trentine che si occupano di iniziative culturali e di sensibilizzazione. Il Forum ha coordinato la presentazione di una proposta complessiva dell’offerta educativa dei vari enti rivolta a insegnanti e studenti delle scuole sul tema dei cambiamenti climatici.
Le Alpi - è una delle evidenze emerse nel corso del summit - sono un ambiente fragile, e qui gli effetti dei cambiamenti climatici sono anche più pesanti che altrove. E' necessario dunque che non solo gli Stati ma anche i soggetti territoriali e la società civile nel suo insieme diano il loro contributo per affrontare la straordinaria emergenza che si sta delineando, affrontare, con coerenza, fiducia, senso di responsabilità, spirito costruttivo.
Tutta la conferenza verrà videoregistrata e le singole sessioni saranno in seguito disponibili sul sito di mountaingenius.org a tutti gli iscritti.