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È una solida alleanza tra imprese, ricerca e università in nome dell’ambiente quella che sta alla base del progetto e-Ranger. L’iniziativa, promossa da Trentino Sviluppo, è stata infatti ideata in partnership con Parco Naturale Adamello Brenta, Università di Trento, TIM, Manfrotto, nVidia, Fondazione Edmund Mach e Muse. Un’importante squadra pubblico-privata animata da un obiettivo comune: individuare una serie di aziende capaci di progettare e realizzare un prototipo di sistema non presidiato di rilevazione, monitoraggio e analisi dei dati geologici-ambientali. In altre parole, un guardiano digitale che supporti i ranger in carne ed ossa nella tutela della flora e della fauna all’interno delle aree naturali protette e che, attraverso l’analisi dei dati raccolti, contribuisca alla costruzione di modelli di previsione funzionali al miglioramento delle politiche pubbliche per la salvaguardia del territorio e la gestione delle emergenze.
La call, aperta fino a venerdì 19 gennaio, si rivolge alle imprese singole e ai consorzi che sviluppino sistemi di accumulo dell’energia e di visione avanzati, nonché nuovi materiali per adattare gli strumenti di osservazione e controllo a condizioni atmosferiche estreme, tecnologie di raccolta e analisi dei dati, modelli matematici predittivi per il cambiamento degli habitat naturali e infrastrutture di comunicazione sia fisse (stazioni meteorologiche), che pilotabili da remoto (droni).
Dopo una prima valutazione delle proposte pervenute, Trentino Sviluppo individuerà tre aziende finaliste che, entro fine febbraio, saranno invitate a presentare un’offerta tecnica vera e propria, da dettagliare nei mesi successivi e si aggiudicheranno un premio di 10 mila euro ciascuna per implementarla.
Il vincitore assoluto verrà poi proclamato in settembre, in concomitanza con l’ottava Conferenza internazionale dei geoparchi, durante la quale gli verranno offerti un ulteriore premio in denaro e la possibilità di portare avanti la propria attività negli spazi modulari di Trentino Sviluppo e di accedere ai laboratori di testing e prototipazione della società di sistema provinciale, ma anche del Muse, della Fondazione Mach e dell’Università di Trento.
Il progetto pilota, messo in campo nel Parco naturale Adamello Brenta, che si estende per oltre 600 chilometri quadrati tra le Giudicarie e le valli di Non e Sole, è pensato per essere replicato in altre aree protette sia trentine che non. Per informazioni e iscrizioni: www.trentinosviluppo.it