
Il potenziale produttivo del Pinot Grigio nel mondo è pari a 57.000 ettari. Il 43% di questo vigneto è concentrato nelle aree viticole di Trentino, Friuli Venezia Giulia e Veneto. I dati produttivi del Pinot Grigio nel Nord est (dati 2016), contano 24.000 ettari di cui 13.500 in Veneto, 7.100 in Friuli e 2.900 in Trentino. La produzione di vino è pari a 1.900.000 hl pari a 250 milioni di bottiglie. Il 96%viene esportato (il presidente ICE Scannavini, ieri nel discorso inaugurale di Vinitaly ha ricordato come l’export del vino in Italia rappresenta il 16.4% delle esportazioni con un controvalore pari a 5,6 M€.), soprattutto nel Regno Unito, in Germania e USA.
Il Trentino rispetto a Veneto e Friuli in termini di potenziale produttivo è la realtà meno sviluppata e anche per il futuro non si ipotizzano realisticamente importanti incrementi del vigneto trentino, diversamente da quanto invece succede in Veneto e Friuli dove l’incremento del vigneto di pinot Grigio registra aumenti superiori al 20% anno. I nostri produttori rappresentano però un fondamentale tassello del mercato e dell’export del Pinot Grigio.
La costituzione della nuova DOC delle Venezie si propone quindi anche come strumento di attenzione e protezione verso le nuove regole di scambio internazionale. Il recente accordo di scambio commerciale tra EU e Canada ne è un primo chiaro esempio.
Il Pinot Grigio costituisce forse il vitigno con la maggiore pressione produttiva nel mondo visto il grande interesse che trasversalmente rappresenta sul mercato e verso i consumatori. Attraverso la nuova DOC i produttori potranno dotarsi di regole di protezione (fascette sulle bottiglie) e di autoregolamentazione delle produzioni attraverso specifici disciplinari anche definendo quote produttive a garanzia e difesa della redditività dei propri vigneti.
"Mettere a fattor comune tre territori, i loro produttori e le rispettive amministrazioni non è stata cosa semplice" ha ricordato Ugo Rossi, "soprattutto in un contesto socio economico dove la forza di distinguersi e l’individualità aziendale sembrano rappresentare il possibile elemento di successo verso le logiche del mercato globale. In questo senso il ruolo delle tre Amministrazioni è stato quello di vigili e attenti arbitri di un dibattito tra i produttori, inteso a garantire equilibrio, ed in fase di costituzione del nuovo Consorzio, di pariteticità di rappresentanza tra i tre territori. Per noi che da sempre e per necessità siamo esempio di sistema e di cooperazione, il “fare sistema”, mettere a fattor comune i valori ma anche le criticità, rappresenta la soluzione alle difficoltà e la forza a cui tendere per tante piccole realtà per confrontarsi nel mercato globale."