In totale, quindi, sono state tre le richieste di fondo fatte pervenire dall’assessorato all’esponente dell'esecutivo Draghi. La prima è la proposta della Provincia di emendare il nuovo decreto sostegni in fase di definizione, col fine di detassare gli aiuti anti-Covid concessi dall'amministrazione provinciale ai lavoratori in difficoltà. “Come accade già per le imprese – ha messo in evidenza l’assessore Spinelli – anche per le indennità e i contributi assegnati ai lavoratori persone fisiche, vorremmo che si arrivasse a una defiscalizzazione, esentando il percipiente dal pagamento dell’Irpef. In questo modo il contributo netto sarebbe più consistente e il sostegno più utile per chi lo riceve”.
La seconda è la richiesta, da un lato, di rimpinguare le risorse anticipate dal Fondo di solidarietà trentino, pari a 14 milioni di euro di cassa integrazione versata ai lavoratori trentini nel periodo marzo-maggio dell'anno scorso. E, dall'altro, di ottenere il versamento delle risorse residue della cassa integrazione relative al triennio 2014-2016 che spettano alla Provincia sulla base delle norme nazionali di riordino degli ammortizzatori sociali. Si tratta di 3,7 milioni di euro, che l’assessorato intende utilizzare per le politiche attive del lavoro. In totale si tratta di oltre 17 milioni di euro che la Provincia chiede di avere. “Le risorse che chiediamo a Roma intendiamo destinarle al sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi economica” ha chiarito l’assessore. La terza è volta a evitare che il governo nazionale centralizzi le politiche attive del lavoro, lasciando invece alla Provincia la gestione delle stesse.
Il sottosegretario Nisini, da parte sua, si è detta disponibile a affrontare le questioni poste dalla Provincia e a parlarne in tempi brevi con il ministro del lavoro, Andrea Orlando e con i vertici dell’Inps. L’esponente dell'esecutivo Draghi ha poi confermato un canale di dialogo diretto con l’assessorato per verificare i passi avanti rispetto ai temi del colloquio di ieri mattina.