
In Trentino, in controtendenza rispetto al resto d’Italia, il numero di lavoratori agricoli è tornato a crescere negli ultimi anni, passando dai circa 10 mila degli anni novanta ai 13 mila attuali. Un dato che fa ben sperare per il futuro. “L’agricoltura e il territorio – ha detto lo storico Giuseppe Ferrandi – fanno parte della nostra “costituzione materiale” che dovrebbe essere più centrale nel dibattito sul futuro dell’Autonomia”. “L’agricoltura ha resistito alle mode – ha detto Paolo Castelnovi dell’associazione Landscapefor – ed è stata fondamentale in Trentino per ridurre l’abbandono della montagna e per trovare un equilibrio fra l’esigenze delle attività umane e la salvaguardia dell’ambiente. Il passo in avanti che dobbiamo fare – ha detto Castelnovi – è quello di considerare l’attività degli operatori del sistema rurale, insieme alla risorsa paesaggistica, come motore dello sviluppo economico complessivo”.
Un concetto ripreso anche nel corso del dibattito che si è sviluppato successivamente fra operatori del settore, come Nicoletta Foradori titolare di un’azienda agricola e Michele Odorizzi di Melinda e studiosi come Annibale Salsa e Pietro Nervi. Tutti concordi nell'affermare come l’agricoltura possa essere fondamentale per le trasformazioni del paesaggio e quindi sulla necessità di aiutare gli agricoltori in questo compito. Sostenendo il settore - è stato detto - non si lavora solo per un comparto, ma per tutto il Trentino. “Il PUP – ha detto l’assessore all'Agricoltura Michele Dallapiccola concludendo la serata – è stato fondamentale per codificare una modalità di convivenza fra territorio coltivato e territorio vissuto da madre natura. Dobbiamo gestire questo bene prezioso e renderlo fruibile alle future generazioni. Lo dobbiamo fare attraverso il concetto di sostenibilità. Tutto quello che produciamo deve avere una sua sostenibilità, ovvero che non faccia male a noi che consumiamo i prodotti, ma anche al territorio agricolo che lo produce. In agricoltura – ha concluso Dallapiccola – stiamo affinando le nostre tecniche, ma ogni cambiamento va programmato”.
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