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Nel corso della Grande Guerra insieme a milioni di italiani hanno vestito l'uniforme grigio-verde anche alcune migliaia di volontari stranieri. La quasi totalità degli stranieri in grigio-verde era costituita da ufficiali e soldati appartenenti alle nazionalità oppresse dell'Austria-Ungheria che volontariamente avevano scelto di continuare a combattere, ma per la libertà della loro patria: erano romeni, serbi, polacchi e soprattutto cecoslovacchi. A partire dal 1917 si formò a fianco dell’esercito italiano che combatteva gli austroungarici sul fronte trentino un corpo di volontari cecoslovacchi, disertori dell’esercito imperiale; nel 1918 questi si trasformarono in un vero e proprio esercito cecoslovacco in Italia che aveva una Compagnia anche in Trentino. Il 21 settembre del 1918, in un’azione militare austriaca a Doss Alto, alle pendici del Monte Baldo, caddero prigionieri cinque legionari cecoslovacchi; trasferiti nottetempo a Ceniga, subirono un sommario processo come traditori per la diserzione dall’esercito austroungarico. Quattro di loro vennero impiccati. Questo non fu l’unico episodio di collaborazione militare italo-cecoslovacca: il 5 luglio 1918 fu impiccato a Riva del Garda Alois Storch, ufficiale cecoslovacco dell’esercito austriaco passato nelle fila di quello italiano e autore di un’azione di sabotaggio sulle rive del lago.
“Anche il sacrificio di questi ragazzi - ha affermato il rappresentante della Giunta provinciale - ha dato ulteriore spinta al processo di nascita della repubblica Cecoslovacca, autonoma dall'Impero. Il Trentino, proprio perché autonomo, deve saper essere “ponte” che supera le tragedie del passato e avvicina le popolazioni nel segno della pace e della fratellanza”.