Patrimonio del Trentino è riuscita ad affrontare la crisi in maniera dinamica confrontandosi con un mercato praticamente fermo, riuscendo da un lato a mantenere un margine operativo del 20% del valore della produzione grazie alla realizzazione di operazioni di valorizzazione del patrimonio e, dall'altro, un utile di esercizio del 10% sul valore della produzione. Su quest'ultimo, tra l'altro, hanno inciso i crescenti ammortamenti ed accantonamenti prudenziali per oltre 2,2 milioni di euro effettuati dal Board.
Il Consiglio di amministrazione si è congedato dopo che la maggioranza dello stesso ha gestito la società per tre mandati adempiendo alla mission affidatagli dalla Giunta provinciale all'atto di costituzione della società, sia in termini di margini aziendali, sia in termini di ritorni, in forma di maggiori entrate e di risparmi sulla spesa corrente, per il bilancio provinciale, sia soprattutto per il ruolo incisivo svolto dalla Società a sostegno del sistema economico locale, in particolare nella manovra anticrisi, e in considerazione degli stretti vincoli posti del patto di stabilità. In questo periodo la Società ha infatti conseguito un utile consolidato negli anni di oltre 16 milioni di euro, investimenti per oltre 207 milioni e ricadute per la Provincia e per gli enti Locali per quasi 17 milioni di euro tra imposte dirette e imposte locali versate e dividendi distribuiti. L'assemblea ha infine deliberato di distribuire al socio unico Provincia il 35% dell'utile dopo aver provveduto ad effettuare gli accantonamenti di legge, a conferma del ruolo strategico svolto dalla società non solo a sostegno del sistema economico locale, ma anche a supporto della Provincia ai fini del rispetto dei vincoli posti dal patto di stabilità interno.
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