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Sessione pomeridiana del Festival della Famiglia partita con entusiasmo con l'intervento del cardinale Angelo Bagnasco, seguito da una kermesse di esperienze di tutta Italia sulle politiche familiari attuate dai diversi enti regionali, provinciali e comunali.
Carlo Mochi ha esordito dicendo che la pubblica amministrazione deve cambiare modelli e strategie di intervento andando verso uno Stato open government, ovvero una PA trasparente, adoperandosi per una sharing economy, ovvero una economia collaborativa e cooperativa, e una amministrazione condivisa che accetta e sviluppa pienamente l'articolo 118 della Costituzione sulla sussidiarietà orizzontale che prevede che alla cura dei bisogni collettivi provvedono direttamente i privati cittadini. In tale ottica Mochi ha riferito che "per sviluppare una comunità educante dobbiamo avere una pubblica amministrazione conviviale; un cambiamento paradigmatico che vede il cittadino protagonista assieme all'ente pubblico".
In questa direzione sta lavorando il Dipartimento per le politiche della famiglia della presidenza del Consiglio dei Ministri presente con Ermenegilda Siniscalchi che ha presentato i lavori svolti a livello centrale quale sostegno alle famiglie. "Il Dipartimento sta creando un portale e un numero verde proprio per sostenere le famiglie – ha raccontato il capo dipartimento – e aiutarle a orientarsi sui servizi offerti. Ha creato un sito, FamilyLab che raccoglie buone prassi a livello nazionale sui progetti ed esperienze di successo adottanti dai territori sul tema delle politiche familiari. Stiamo poi provvedendo a mappare i centri per le famiglie di tutta Italia per raccordare interventi diversi".
Nel suo intervento il sindaco del Comune di Alghero, Mario Bruno, ha spiegato che da quando si è insediato ha investito sulle politiche familiari. "Il mio comune ha il 60% di case vuote e 500 famiglie senza casa, le famiglie sono costituite in media da 2,2 persone per nucleo familiare e gli anziani residente in comune sono il doppio degli anziani presenti nei comuni del resto d'Italia. Nel 2030 la popolazione decrescerà e nel 2050 sarà dimezzata. Tale scenario ha fatto sì che il nostro Comune lavorasse per il benessere della famiglia e per una comunità educante. Siamo divenuti, grazie alla Provincia autonoma di Trento e l'Agenzia per la famiglia, Comune amico della famiglia acquisendo il marchio e attivando un accordo con la Provincia, modello per noi trainante e ispiratore di politiche familiari dell'agio".
La Regione Lazio rappresentata dall'assessora Rita Visini ha presentato i 4 assi su cui si sta impegnando la Regione "la nascita dei centri famiglia per ogni provincia, il potenziamento degli asili nidi comunali, il sostegno alle famiglie fragili e il potenziamento degli affidi familiari". Il Veneto con Manuela Lanzarin, assessora della Regione, ha sottolineato le ampie risorse del Trentino che gli consentono di poter creare modelli virtuosi a cui ispirarsi anche se la regione adiacente al Trentino sta lavorando per una legge quadro sulla famiglia e sta lavorando su interventi puntuali su zone di opacità e criticità. Il sindaco di Trento Alessandro Andreatta ha rilanciato dicendo che "oltre ai soldi ci vogliono le idee ed una strategia. Ed il Comune di Trento ha messo in atto da tempo politiche di coinvolgimento per far sì che i cittadini siano i protagonisti. ‘Trento città per educare' è il risultato di un lavoro di rete di diversi soggetti che intende valorizzare le risorse di un territorio".
Immagini a cura dell'Ufficio Stampa -