
I dati che emergono dalla seconda edizione della ricerca dell'Osservatorio Agenda Digitale, promossa dalla School of Management del Politecnico di Milano, non sono incoraggianti. Il Governo italiano ha adottato solo 18 dei 53 provvedimenti attuativi previsti per il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda Digitale.
Nel corso del convegno è stata sottolineata la necessità di migliorare in modo tempestivo il posizionamento del sistema Paese, nella consapevolezza che per tornare a crescere è necessario investire per completare la trasformazione digitale. Nei prossimi sette anni sono disponibili 1,7 miliardi di euro l'anno di fondi europei per finanziare l'Agenda Digitale italiana, a cui devono aggiungersi le risorse nazionali e anche quelle private. Occorre poi definire un piano chiaro e organico, con obiettivi definiti e azioni da realizzare, concordate e condivise fra tutti gli attori coinvolti.
"Il quadro tracciato dalla ricerca è fortemente caratterizzato da una frammentazione strategica – ha detto Clara Fresca Fantoni, direttore generale di Informatica Trentina aprendo il suo intervento – e pone in primo piano la necessità di un intervento volto alla condivisione di una strategia fra i diversi interlocutori coinvolti, del centro e dei diversi territori. Solo così sarà possibile – ha continuato Clara Fresca Fantoni - impostare un modello di governance business–lead della digitalizzazione, dove le società in-house partecipate dalle Regioni possono avere un ruolo importante a supporto dell'intero sistema Paese. Esse possono aggregare la domanda pubblica, superando la frammentazione e promuovendo gestioni associate dei servizi per la diffusione degli shared services; abilitare la co-progettazione, valorizzando l'offerta del privato e promuovendo forme di collaborazione pubblico-privato. Il tutto valorizzando investimenti, competenze e asset che caratterizzano i diversi territori". Secondo Assinter Italia, il percorso di riposizionamento che stanno compiendo le in-house regionali deve puntare a rilanciare e ampliare le competenze di chi deve valorizzare, governare e gestire l'ICT a supporto dell'innovazione nella pubblica amministrazione. "Consideriamo la formazione continua un elemento fondamentale nel campo del management e dell'innovazione digitale – ha concluso Clara Fresca Fantoni – nella consapevolezza che proprio la mancanza di competenze digitali rappresenterà nei prossimi 10 anni il principale fattore di perdita di competitività delle aziende".
Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'Osservatorio sull'Agenda digitale, chiudendo i lavori ha lanciato la proposta di creare un Forum sull'Agenda Digitale: "un luogo inclusivo, duraturo, indipendente, apartitico, riconosciuto dalle istituzioni e dal mondo politico in cui sia possibile diffondere conoscenza e permettere la partecipazione dei diversi soggetti. Per costituirlo – ha concluso Perego – però servono una precisa volontà politica e una definizione esatta di obiettivi, durata, funzionamento, componenti e modalità di raccordo con altre iniziative, per garantire l'adeguato coinvolgimento di imprese e PA". -