Al Comune di Trento faranno riferimento anche i territori della Comunità Rotaliana-Königsberg, della Comunità della Paganella, della Comunità della Valle di Cembra, della Comunità della Valle dei laghi ed i Comuni di Aldeno, Cimone e Garniga Terme; alla Comunità della Vallagarina si rivolgeranno invece i territori del Comune di Rovereto e della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, mentre alla Comunità Alta Valsugana e Bersntol faranno riferimento le Comunità della Valsugana e Tesino e di Primiero; alla Comunità della Valle di Non farà riferimento la Comunità della Val di Sole e alla Comunità Alto Garda e Ledro si riferirà la Comunità delle Giudicarie; alla Comunità Territoriale della valle di Fiemme, infine, farà riferimento la Comunità della Valle di Fassa-Comun General de Fascia.
In tema di adozioni alla Provincia permangono le funzioni di indirizzo e coordinamento, la gestione di talune attività in base al criterio di efficienza e la formazione continua del personale preposto alla competenza adottiva. "Alle sei Comunità – ci ha detto l'assessore Rossi, – che sono state individuate d'intesa con il Consiglio delle Autonomie locali e per dare attuazione a quanto previsto dalla riforma istituzionale del 2006, vengono affidati gli interventi di accompagnamento all'adozione nazionale e internazionale relativamente al territorio di propria competenza, ma anche ai territori che sono stati loro assegnati. È questo un atto molto importante e significativo, perché con esso le realtà istituzionali del territorio sono coinvolte in un settore assai delicato, con l'obiettivo di garantire omogeneità nel trattamento e nell'individuazione dei percorsi da seguire". L'affidamento di queste funzioni ha carattere di sperimentazione e solo a conclusione dell'esperienza esso sarà definitivo.
Quattro delle sei Comunità individuate hanno fin qui già svolto attività nel campo delle adozioni: le novità consistono nel fatto che questi soggetti dovranno operare assicurando all'intero Trentino continuità operativa in tutte le fasi dell'intervento sociale, superando quindi la situazione di disomogeneità finora presente, che vedeva una discontinuità operativa tra la fase di pre-adozione e quella di post-adozione in un elevato numero di territori, con un conseguente disagio per le famiglie coinvolte.
Le Comunità individuate svolgeranno funzioni di informazione e di preparazione degli aspiranti all'adozione, li accompagneranno sia nel percorso conoscitivo-valutativo per stabilirne l'idoneità ad adottare (decisione affidata dalla legge al Tribunale per i minorenni) sia successivamente nel percorso post-adottivo, per sostenere la famiglia adottiva nell'inserimento del bambino o dei bambini nel nuovo contesto familiare e sociale, compreso quello scolastico, e nel delicato processo della costruzione degli attaccamenti.
Gli operatori preposti dovranno operare in un'ottica di integrazione socio-sanitaria e porsi come elementi di raccordo tra servizio pubblico e privato, rafforzando le sinergie sia con gli enti autorizzati a curare le procedure per l'adozione internazionale nei Paesi esteri, sia con le associazioni di famiglie adottive. A questo proposito, cinque sono gli enti autorizzati con sede operativa in Trentino, che hanno sottoscritto nel 2009 il "Protocollo operativo per gli adempimenti inerenti l'adozione nazionale e internazionale" che è tuttora in vigore. Si tratta di: Amici Trentini, Azione Famiglie Nuove, La Dimora, NAAA (Network Aiuto Assistenza Accoglienza), e SPAI (Servizio Polifunzionale per l'Adozione Internazionale).
In base ai dati raccolti dalla Commissione per le adozioni internazionali, il numero di bambini provenienti da adozione internazionale è cresciuto in Trentino nell'ultimo triennio 2009-2011, passando rispettivamente dai 31 bambini adottati nel 2009, ai 45 nel 2010 e ai 62 nel 2011.
Altre informazioni sul tema sono reperibili sul sito della Provincia autonoma di Trento http://www.trentinosociale.it/
(m.n.)
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