
Nel XVIII secolo la musica aveva un ruolo importante nell’educazione delle donne nobili. Le ragazze imparavano a cantare o suonare uno strumento e partecipavano ai momenti di svago e divertimento in famiglia o tra amici. Spesso, in queste circostanze, potevano eseguire loro composizioni ma questo non significava potessero intraprendere la professione di musicista. Per una donna sfoggiare virtuosismo e creatività in pubblico, soprattutto se retribuita, era considerato un atteggiamento equivoco. Per questo motivo poche opere composte da donne sono giunte fino a noi. Quelle sopravvissute dimostrano che la loro musica non era di qualità inferiore rispetto a quella di molti compositori uomini.
Il programma “Divina Euterpe - Compositrici a Corte” è un omaggio alla musica di:
- Anna Amalia di Hohenzollern e Wilhelmina von Bayreuth: sorelle di Federico II di Prussia; suonavano vari strumenti e avevano contatti con musicisti di grande fama, in una corte di forte tradizione musicale;
- Anna Bon: figlia d’arte (padre scenografo e madre cantante), giovanissima fu ammessa come studentessa di musica all’Ospedale della Pietà a Venezia, che non era solo un orfanatrofio, ma una rinomata scuola di musica dove già aveva insegnato Vivaldi; più tardi, insieme ai genitori, lavorò preso la corte del margravio Friedrich von Brandenburg-Kulmbach (marito di Wilhelmina von Bayreuth), nella corte di Federico II come “virtuosa di musica da camera” e nella corte degli Esterhazy;
- Elisabetta de Gambarini; visse a Londra, ebbe una vita breve ma artisticamente intensa; cantante e organista, la sua reputazione le permise di organizzare suoi propri concerti e pubblicare la sua musica; era ammirata da Haendel e Geminiani.