
Rispetto al 1980 ha ricordato Atkinson, viviamo oggi in un contesto globale e questo influenza il comportamento delle aziende, dei lavoratori e anche le politiche di spesa dei governi. "Quando si prendono delle decisioni - ha detto - dobbiamo sempre chiederci chi paga. Ad esempio, se alziamo le tasse sugli oggetti di lusso, chi paga? I ricchi che comprano gli oggetti o i lavoratori del settore a cui potrebbero venire ridotti i salari". "Il punto di partenza è importante - ha aggiunto Atkinson - e il libro partiva dal fatto che ci sono molte disuguaglianze e che per affrontarle occorre avere una visione multidisciplinare, questo tentava di fare il libro". Atkinson ha ricordato come l'economia oggi sia molto frammentata e settoriale, divisa in piccoli pezzetti. Invece, come ha sostenuto Stiglitz, dovrebbe essere considerata in modo globale e intero. "Bisogna capire qual è la reale struttura dell'economia - ha aggiunto il premio Nobel - ed è quello che cerca di fare il libro che ha avuto il merito di reggere alle ingiurie del tempo". "I mercati finanziari sono imperfetti - ha detto ancora Stiglitz - ma per comprenderli dobbiamo cercare di creae un linguaggio comune, una sorta di unica grammatica che possa analizzare il contesto".
"Se vogliamo ridurre le disuguaglianze - hanno concordato al termine i due economisti - non possiamo farlo solo con le politiche fiscali. Bisogna capire come funziona il mercato e come tutto questo entra nelle politiche pubbliche, non basta il ministro delle finanze o quello delle politiche sociali". -