
"E' stata un'occasione importante per dimostrare come il Trentino non sia isolato dalla dinamiche globali - ha detto l'assessora Sara Ferrari. Dopo la nostra partecipazione alla costruzione dei corridoi umanitari, abbiamo colto l'opportunità di poter investire sul futuro dei bambini siriani, con la costruzione di una scuola e di un orfanotrofio, garantendogli così una possibilità di futuro nel loro territorio".
DSF si è fatta quindi promotrice, in collaborazione con Uiki (Ufficio informazione Kurdistan di Roma) con il sostegno della Provincia, della costruzione di un edificio destinato a divenire dormitorio per circa 100 orfani, asilo e scuola per circa 500 alunni, attorniato da un parco, con spazio giochi accessibile a tutti i bambini della città. La visita a Kobane, nelle scorse settimane, ha consentito all'associazione di apporre la targa della donazione all'ingresso dell’edificio, pressoché completato, in attesa delle ultime rifiniture e dell’inserimento degli arredi: si prevede l’accoglienza dei primi bambini e l’apertura della scuola per il prossimo settembre.
Con la qualificata guida della dottoressa Jeen Khaled dell'Università di Aleppo, nel quadro di una possibile valorizzazione culturale di tutta l'area, è stata presentata alla delegazione di DSF parte dell'inestimabile patrimonio custodito in apposito caveau nella città di Kobane. Si tratta di materiale storico e archeologico risalenti soprattutto al periodo assiro (2000 a.C. ca) e a quello degli indoeuropei Mitanni che proprio in Nord Siria avevano la loro capitale. Vasi di vari materiali, manufatti, sculture e molto altro che dovrebbero trovare la migliore presentazione e promozione in un apposito centro museale, per il momento solo negli auspici dei tecnici e degli studiosi locali. Su questo progetto, Docenti Senza Frontiere, intende lavorare coordinandosi per futuri concreti interventi con l'Università di Tubinga (D).
L'intervista all'assessora Sara Ferrari
Foto e video a cura di Ufficio Stampa
In allegato la traduzione dell'intervista alla signora Dilar della Fondazione delle donne del Rojava e responsabile della struttura “Arcobaleno di Alan”.