“La vostra è una vera e propria lezione - ha commentato Ugo Rossi - che merita un titolo. E questo titolo è “fiducia”, perchè ci avete ricordato che c’è sempre una possibilità, che esiste sempre un modo per superare le difficoltà e per questo dobbiamo guardare al futuro con serenità. Ma perchè ciò avvenga, occorre affiancare alla parola “fiducia” anche la parola “impegno”, lo stesso che ci avete messo voi per raggiungere questo bellissimo risultato”.
Ognuno, insomma, è chiamato a fare la propria parte, specie se la scommessa si gioca su un piano estremamente delicato come è quello dell’inclusione. “C’è un grande impegno - ha aggiunto Rossi - che dobbiamo portarci via dopo questa cerimonia, ossia lavorare tutti per costruire le condizioni affinché ogni luogo nelle nostre comunità sappia esprimere questa capacità di includere. La vostra storia parla di barriere linguistiche abbattute, ma ci sono tante storie di inclusione che meritano la nostra attenzione, in un momento in cui spesso i nuovi problemi che una società complessa come è la nostra deve affrontare vengono amplificati e non risolti. Per fortuna voi ci avete insegnato che non bisogna assecondare le paure ma metterci tanto impegno per costruire quel piccolo miracolo che ci avete regalato”.
Erano in molti oggi ad affollare l’auditorium di Fiera di Primiero: tanti genitori, rappresentanti delle istituzioni tra i quali il consigliere provinciale Marino Simoni, o dell’Ente nazionale sordomuti, la dirigente del Dipartimento della conoscenza, Livia Ferrario ed il parroco don Giuseppe che poco prima aveva celebrato la messa nella ricorrenza dedicata alla Comunità di Soprapieve.
La festa, che ha registrato anche gli interventi del sindaco Daniele Depaoli, del presidente della Federazione provinciale delle scuole materne, Giuliani Baldessari e della coordinatrice Daniela Dalcastagnè, è proseguita con la consegna di una medaglia a ciascuno dei bambini della scuola dell’infanzia e il coinvolgimento degli alunni delle scuole elementari che hanno condiviso una parte del percorso di apprendimento della lingua dei segni. Gran finale con i fiori donati alle maestre ed un bel “girotondo” che tra tutti i giochi forse ancora oggi rappresenta al meglio quel voler tendere la mano verso l’altro per includerlo, almeno per un po’, nella nostra vita.