La Provincia autonoma di Trento investe da tempo risorse per migliorare la qualità di vita dei lavoratori sia del comparto pubblico che privato e lo fa con uno strumento aziendale che è in grado di migliorare la performance delle imprese, il benessere dei lavoratori e il welfare territoriale, ed è la certificazione Family Audit.
Nata nel 2008 su iniziativa dell’Agenzia per la coesione sociale, la famiglia e la natalità della Provincia autonoma di Trento, la certificazione è stata ottenuta finora da 337 aziende italiane, che hanno deciso di investire sul welfare aziendale per migliorare la condizione lavorativa e personale dei lavoratori e delle loro famiglie e aumentare la sensibilità sui temi legati alle politiche di conciliazione vita-lavoro. L’accordo è dunque finalizzato alla costituzione di uno specifico Distretto Family Audit, attraverso il quale promuovere lo sviluppo di sinergie tra le diverse A.P.S.P. per condividere risorse ed azioni e per la messa in rete di servizi a sostegno del benessere familiare del proprio personale e dei rispettivi familiari.
Cos’è il Family Audit? Lo standard Family Audit è uno strumento di management e di gestione delle risorse umane messo a disposizione dalla Provincia autonoma di Trento alle organizzazioni pubbliche e private che, su base volontaria, intendono certificare il proprio impegno per l’adozione di misure volte a favorire il bilanciamento degli impegni di vita e di lavoro dei propri lavoratori. Il Family Audit produce un cambio culturale all’interno dell'organizzazione a vari livelli e nelle prassi gestionali grazie anche al coinvolgimento attivo degli occupati e la possibilità di dare risposte concrete ai bisogni e alle attese del personale.
I numeri: ad oggi 337 aziende italiane hanno ottenuto la certificazione Family Audit. Si tratta di un percorso virtuoso per giungere a nuovi traguardi di performance aziendali. Per fare alcuni esempi, grazie alla certificazione, le aziende hanno registrato un miglioramento del clima e del benessere aziendale, maggiore produttività, rientro anticipato dai congedi per maternità, ma non solo, anche riduzione dei costi del personale (es. diminuzione assenteismo, ore di permessi, ore di straordinario e giornate di malattia) grazie all’introduzione – a seguito del percorso di certificazione – di strumenti ad hoc di conciliazione vita e lavoro. Qualche esempio concreto di misure adottate nelle aziende, a seguito della certificazione, sono: orario flessibile, nidi aziendali, banca delle ore, lavoro agile, telelavoro, bilancio sociale, politiche di pari opportunità, contributi per attività estive per i figli dei dipendenti, convenzioni ai dipendenti.